Gentile signora Paola Migliori,
come direttore del Teatro Comunale di Ferrara la ringrazio innanzitutto per il suo apprezzamento per lo spettacolo di sabato scorso e colgo l’occasione per condividere con lei alcune riflessioni sulle questioni da lei poste.
Il nostro Teatro è attualmente oggetto di lavori importanti che lo renderanno ancor più stabile e più bello. Per tutta la Stagione teatrale 2018 dovremo vivere le rappresentazioni teatrali e di danza, i concerti in una situazione di cantiere con il Ridotto chiuso (ecco perché il servizio di bar non è attivo) e una sola sala prove funzionante. In alcuni casi di ristrutturazione i teatri vengono chiusi, noi abbiamo preferito tenerlo aperto, anche sacrificando alcuni servizi.
L’orologio è fermo da anni poiché il suo funzionamento è rumoroso e un suo adeguamento insonorizzato comporterebbe un intervento particolarmente costoso da parte di tecnici orologiai oggi difficilmente rintracciabili, ma al di là del fattore meccanico credo che convenga con me che la programmazione del nostro Teatro non è rimasta ancorata ad un passato accademico ma è in ascolto della contemporaneità.
Come assidua spettatrice avrà avuto modo di osservare le scelte non facili che operiamo all’interno delle nostre stagioni, soprattutto nella danza; ce ne rendiamo conto e per questo lavoriamo molto sulla formazione del pubblico.
Vi è un’intensa attività con il mondo della scuola e con associazioni e agenzie culturali della città, se ha avuto modo di consultare il materiale informativo relativo al Focus Africa avrà osservato quanti approfondimenti si siano costruiti su alcuni temi legati al continente africano. Evidentemente questo non è sufficiente e lavoreremo ancor più in profondità nella nostra comunità e anche fuori città per far crescere la discussione intorno a temi fondamentali per la nostra convivenza.
Non voglio credere che si sia in una fase di decadenza (lettera come la sua o altri giudizi positivi che abbiamo ricevuto ci confortano nella bontà di talune scelte) ma penso che si stia attraversando una crisi profonda che mette in campo valori culturali, sociali ed estetici e che vada compresa con scelte coerenti.
Marino Pedroni
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