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11 Ottobre 2017
In tre mesi percorsi 210 km a nuoto, 5425 in bicicletta e 1365 a piedi

Ilaria Corli e il suo record del mondo di Triathlon

di Redazione | 3 min

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Che la ferrarese Ilaria Corli fosse un’atleta straordinaria si deduceva scorrendo il suo curriculum fatto di vere e proprie imprese sportive. Ferrara-Barcellona 2013, a cui hanno fatto seguito la Ferrara-Oslo nel 2014, Ferrara-Capo Nord nel 2015 e la traversata degli Usa dalla costa Ovest alla costa Est, la scorsa estate.

Le imprese solitarie – sì, perché tutti i viaggi l’atleta li compie solamente in compagnia della sua bicicletta e di uno zaino sulle spalle con lo stretto necessario – di Ilaria Corli, dal 2017 sono però anche da record. Più precisamente da Guinness World Record, per la categoria “the longest triathlon”.

L’ultima pazza impresa della Corli, infatti, è stata una vera e propria sfida oltre i limiti umanamente immaginabili: partita da Lido di Volano il 1 giugno la triatleta ha percorso 210 km a nuoto, 5425 km in bicicletta e 1365 km a piedi, facendo ritorno a Ferrara, dopo essere transitata per Francia, Spagna e Germania, il 28 agosto. Quasi 3 mesi in viaggio, che saranno riassunti in un libro ancora in corso d’opera, nato per far provare alle persone le stesse emozioni che ha vissuto Ilaria. A partire dalle motivazioni che la spingono a compiere delle vere e proprie imprese ogni estate.

“Questo viaggio – esordisce Ilaria Corli – l’ho voluto fare sotto forma di triathlon perché vengo da quella disciplina e la bicicletta iniziava a essere una routine da spezzare. Sono stati 7 mila chilometri, se penso che nel 2013 ne ho fatti 1200 in bicicletta per andare a Barcellona mi viene quasi da ridere, ne ho fatti di più a piedi in questo viaggio”.

Un viaggio che è “andato bene sia dal punto di vista meteorologico che anche dal punto di vista dell’accoglienza: ho cercato di trovare alloggio da amici in giro per l’Europa ed è andata bene, attraverso i social in tanti mi hanno seguito e contattata”.

A chi le chiede cosa le è rimasto dentro di questi 3 mesi in giro per l’Europa, la ferrarese rivela che “è stato bello incontrare tante persone e tanti amici che, soprattutto nell’ultimo tratto dal Brennero in poi, hanno fatto un pezzo di strada insieme a me”.

Incalzata su quale fosse la parte più difficile Ilaria Corli sorprende: “La parte più dura è, finito il viaggio, il dover riabituarsi alla vita di tutti i giorni. Da quando sono tornata ho vissuto davvero male il primo mese”.

“Il Guinness – spiega l’amico e manager Paolo Mecca – è venuto fuori dopo. L’avventura è nata perché in pochi hanno fatto un’impresa del genere, e questo ha rappresentato un elemento di sfida”.

Anche per il comico Paolo Franceschini, però, è stata un’estate faticosa, essendo lui reduce dal giro in mountain bike dell’Himalaya, la corsa a tappe più alta del mondo. “Pensavo di aver fatto una mega impresa– dice un divertito Franceschini –, però vedendo Ilaria ho praticamente fatto il giro delle mura”. Dalla sua esperienza è stato tratto un docufilm, Dai, che sarà in onda da novembre su Sky: “Sono cose che si fanno perché fuori c’è un mondo bello e perché dentro di te suona una sorta di campanello”.

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