Cronaca
9 Ottobre 2017
Sbordone: «Le persone che hanno avuto a che fare con Hannachi non sono inserite in gruppi pericolosi, ma non possiamo chiudere la pratica»

Terrorismo, il questore: «Nessuna cellula jihadista a Ferrara»

di Redazione | 2 min

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Anis Hannachi era ospite di un amico a Ferrara che sapeva chi fosse e sapeva che era il fratello dell’attentatore di Marsiglia. Ma questo non porta a concludere nel territorio estense ci sia una cellula di islamici radicalizzati e pronti a colpire.

A spiegarlo è il questore Antonio Sbordone, parlando dell’arresto compiuto dagli uomini della polizia di Stato nella tarda serata di sabato 7 ottobre. «Era a Ferrara perché evidentemente aveva appoggi ma, allo stato, non possiamo ipotizzare che ci sia una cellula jihadista ferrarese». L’appoggio era dato da un amico – o comunque conoscente abbastanza stretto -, un suo connazionale, più o meno della stessa età, anche lui proveniente da Biserta, in Tunisia, che è a Ferrara per studiare. «Si conoscevano bene», spiega Sbordone, «è assolutamente integrato e non è indagato».  Lo ha ospitato nell’appartamento in cui vive insieme ad altre cinque persone, tutte straniere, studenti e lavoratori. Nessuno di loro ha precedenti o risulta aver avuto problemi con la giustizia italiana.

Dai riscontri degli inquirenti pare che il ragazzo che ha ospitato Hannachi non sapesse che fosse ricercato e che su di lui pendesse un mandato di cattura europeo spiccato emesso dalla Francia dopo l’attentato del 1° ottobre.

«Al momento non c’è un allarme per Ferrara – rassicura il questore -. Le persone che hanno avuto a che fare con lui non riteniamo siano inserite in gruppi pericolosi. Ma avendolo trovato a Ferrara, questo non ci può far chiudere la pratica così velocemente».

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