di Cecilia Gallotta
Un modo rivoluzionario di visitare i monumenti. È l’omaggio che il comitato per le celebrazioni rossettiane ha voluto per i 500 anni dalla scomparsa dell’incredibile architetto ferrarese, grazie alla progettazione di Biagio Rossetti 500, l’innovativa app pensata dalla start-up di Modena Smart-Factory.
L’innovazione è in questo caso a supporto della cultura grazie alla tecnologia ibeacon, “l’evoluzione del qr code” spiega Vittorio Cavani di Smart Factory. Circa 20-22 ibeacon sono stati ‘disseminati’ in questi giorni nei siti di interesse dell’architettura rossettiana, garantendo al visitatore di ricevere in loco una serie di informazioni aggiuntive, di materiali multimediali (quali poadcast, video, ecc) che arricchiscano la visita.
Accedere è semplicissimo: dopo aver attivato il dispositivo bluetooth sul proprio smartphone, e aver scaricato l’app, la tecnologia ibeacon permette di individuare i punti di interesse inseriti nel percorso rossettiano da una distanza minima di 15 centimetri ad una massima di 60 metri. Una schermata permetterà poi di scegliere se rimanere sulle informazioni di carattere generico o di accedere agli approfondimenti.
Ma al sostanzioso background dell’architetto di fine Quattrocento è stato dedicato un altrettanto ricco ‘pozzo di conoscenza’: il sito web – www.biagiorossetti500.it – che ‘muove le fila’ dell’app, e che si propone come “sistema documentario” propedeutico alle visite, raccogliendo un certosino lavoro di ricerca in aree tematiche, al fine di affiancare a quella più fruibile, anche “una conoscenza accademico-scientifica più avanzata”.
Il percorso rossettiano culminerà con una grande mostra, prevista per la primavera, tramite cui “possiamo dire che la tecnologia per una volta sprona ad uscire di casa. Lo scopo – afferma il presidente del comitato per le celebrazioni rossettiane Francesco Ceccarelli – è quello di stimolare la curiosità del visitatore, usando la tecnologia a portata di tutti, ma non esaurendo le informazioni”, evitando così di trasformarla in una visita virtuale.
Uno strumento che si inserisce in una visione più ampia di Ferrara come “smart city, ossia sempre più digitale, ma con il controllo dei contenuti e della ricchezza che offre”: un modo di “portare avanti il percorso di riscoperta di Biagio Rossetti – afferma l’assessore Modonesi – ma di lasciare segni concreti anche dopo, per un patrimonio che rimarrà a disposizione di turisti, studenti, e di tutti i curiosi”.
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