Cronaca
28 Settembre 2017
Salvatore Rho, già in carcere per omicidio, condannato a 11 anni per i fatti di 10 anni fa

Auto esplosa davanti al carcere, pena ridotta in Appello

di Redazione | 2 min

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La Corte di Appello di Bologna ha fatto un piccolo sconto di pena, passando da 13 anni e 4 mesi a 11 anni, per Salvatore Rho, l’uomo che rischiò di saltare per aria con quell’esplosione che dieci anni fa squarciò il silenzio di via Arginone.

Gli undici anni si aggiungono al residuo di 30 anni di carcere per omicidio a scopo di rapina che deve ancora finire di scontare (nel gennaio del 1991 a Traversatolo, nel parmense, Rho assieme a un complice assaltò una gioielleria, uccidendo a colpi di pistola Florindo Rossi, il 57enne titolare che aveva reagito all’ingresso dei rapinatori nel suo negozio). L’uomo finì a processo per detenzione di materiale esplosivo, spaccio di droga e lesioni, per aver ferito un passante con l’esplosione davanti al carcere dell’Arginone dell’11 aprile del 2007.

Erano passate da poco le 7.30 quando un’esplosione fece saltare in aria un’auto vicino alla rotonda tra via Arginone e via Trenti, a un centinaio di metri dal carcere. A bordo c’era Salvatore Rho, 49 anni, detenuto in semilibertà che – di rientro da una licenza di cinque giorni trascorsa a Napoli presso i familiari – in quel momento si stava recando presso una ditta dove lavorava in qualità di operaio.

Rho si gettò improvvisamente fuori dall’auto dopo essersi accorto che l’esplosivo si era innescato. La prontezza di riflessi gli salvò la vita perché quasi all’istante la vettura esplose. Della Fiat 600 rimase ben poca cosa e le schegge dello scoppio raggiunsero anche le case vicine mandando in frantumi i vetri delle finestre.

I successivi accertamenti di polizia e carabinieri hanno permesso di accertare che lui stesso aveva collocato sulla propria autovettura le sostanze esplosive, del tipo “dinamite gelatina”, seguendo un proprio disegno criminoso, allora ancora tutto da ricostruire.

A seguito dell’esplosione Rho – oggi in carcere a Poggioreale – aveva riportato ferite alle gambe, alla schiena e ai glutei, lesioni per le quali era stato ricoverato in ospedale. Da lì, come si dimostrerà in dibattimento, continuava a ricevere un parente, cui aveva affidato gli affari di droga (faceva ogni 15 giorni la spola tra la Campania e Ferrara per portare nel capoluogo emiliano carichi da 50 grammi di cocaina purissima che sarebbe poi stata ceduta a spacciatori locali).

La destinazione di quell’esplosivo è rimasta ancora sconosciuta. Le versioni contrastanti e le contraddizioni di Rho non hanno aiutato a far luce su questo aspetto della vicenda.

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