Le società partecipate del Comune di Ferrara “sono ridotte all’osso” ma “svolgono il loro ruolo in maniera efficiente” con uno stato patrimoniale consolidato di 651 milioni di euro. È quanto emerge dal primo bilancio consolidato relativo all’esercizio 2016 redatto per la prima volta dal Comune per fare i conti del cosiddetto “gruppo amministrazione pubblica” in cui rientrano le società e gli enti strumentali controllati considerati “rilevanti”.
Un documento di non facile lettura perché è impostato in un’ottica civilistica e non finanziaria. “Con il bilancio consolidato – spiega l’assessore al Bilancio Luca Vaccari durante la commissione consiliare – si ha una visione complessiva delle attività svolte dal Comune sia direttamente che attraverso le società satellite, in una prospettiva economico-patrimoniale tipica dei bilanci civilistici. Gran parte di queste attività sono svolte dal Comune mentre agli enti e alle società partecipate vengono affidati compiti specifici”.
Gli indicatori che è possibile ricavare da questo bilancio – come l’autonomia finanziaria a 0,65; la redditività capitale proprio a 3,34%; la redditività operativa a 2,55%; l’indice di indebitamento a 1,53 e la rigidità degli impieghi a 0,82% – danno conto di una “notevole solidità e di una discreta efficienza economica” sottolinea Vaccari. E in effetti il conto economico tra tributi, vendite, prestazioni di servizi e altri ricavi registra un giro di affari da 208 milioni.
Dalla revisione straordinaria delle partecipazioni non emergono sostanziali cambiamenti rispetto all’ultimo riassetto. L’unica novità riguarda la cessione di Ervet che si occupa della valorizzazione territoriale in regione. “La Corte dei Conti ha fatto delle osservazioni sulla complementarietà di Ervet e Sipro – rivela l’assessore Vaccari – e quindi cediamo Ervet perché abbiamo più bisogno di Sipro che sta lavorando bene su Ferrara”. Un’operazione, quella di alienare il ‘doppione’ di Sipro, sostanzialmente minima: il Comune detiene poco più di 2mila azioni del valore di 10mila euro, pari allo 0,12 del capitale complessivo. La già nota messa in liquidazione della Stu, invece, è prossima alla cessazione definitiva entro fine anno.
L’ultimo punto all’ordine del giorno della doppia, e lunga, commissione consiliare è la condanna al pagamento delle spese da parte del Comune nei confronti di una ferrarese che aveva appunto fatto causa al Comune per un contenzioso sui lavori al teatro Verdi. La donna sosteneva che il cantiere avesse danneggiato il suo immobile adiacente al teatro e il tribunale di Ferrara le ha dato ragione.
Tutto ciò si traduce in un riconoscimento di legittimità di debito fuori bilancio pari a 53mila euro delle spese complessive “ma in realtà il debito di nostra competenza è di 7mila euro, già stanziati in bilancio” sottolinea Vaccari. Il restante ‘rimborso’ sarà pagato dalle altre parti chiamate in causa tra la ditta esecutrice, il progettista, i direttori dei lavori e le relative assicurazioni.
Le tre delibere in oggetto verranno discusse in consiglio comunale nella seduta di lunedì 25 settembre, la prima dopo il rientro dalla pausa estiva.
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