Attualità
1 Settembre 2017
Il direttore organizzativo a ruota libera su incassi, licenze, postazioni e il futuro della manifestazione

Buskers, Russo risponde alle polemiche: “Vorremmo i commercianti al nostro fianco”

di Redazione | 4 min

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“Ci saremmo aspettati di avere sempre al nostro fianco i rappresentanti degli operatori economici del centro storico e invece ogni anno, finito il festival, ci sono le solite polemiche“. È un Gigi Russo sfiduciato, ma che “non ha ancora perso tutte le speranze”, quello che rispedisce al mittente ogni singola accusa mossa al Ferrara Buskers Festival, che ha appena concluso la 30esima edizione.

I commercianti si lamentano dei minori introiti? “Noi siamo felici di sapere che questa manifestazione è carica di aspettative per gli operatori economici del centro e quando le attività guadagnano siamo tutti contenti – replica il direttore organizzativo della manifestazione -, ma rifiutiamo che il successo del festival sia decretato dal 10% in più o meno di incassi che vengono realizzati dalle stesse attività”.

I ferraresi assicurano che l’evento non richiama più il ‘pienone’ dei ‘bei vecchi tempi’? Eppure “siamo circondati da persone (cittadini, turisti, artisti) che si congratulano con noi perché sono stati veramente bene a Ferrara – riferisce ‘Gigi’ Russo -, in una dimensione affollata, ma non caotica, potendo ascoltare gruppi di ottima qualità e di grande disponibilità. Hanno apprezzato la capacità di accoglienza, la pulizia delle strade, l’atmosfera elettrizzante, ma allo stesso tempo serena”.

Le attività commerciali devono pagare una licenza per avere la postazione, altrimenti il buskers viene cacciato come successo in Largo Castello? Sbagliato. “I 200 euro che alcuni (24 per l’esattezza) negozi e pubblici esercizi del centro storico riconoscono al festival servono esclusivamente per comprare uno spazio sulla Mappa del Festival o sulla Guida e non dà diritto a niente di più – spiega il direttore organizzativo -. L’importo complessivo che raccogliamo copre circa l’1% dei costi del Ferrara Buskers Festival. Sono soldi graditissimi perché segno di una tangibile vicinanza al festival, ma a malapena servono a ripagare i costi di realizzazione e distribuzione della mappa”.

E quindi come vengono stabilite le postazioni? “Le postazioni dei busker sono le stesse da molto tempo, con piccole necessarie variazioni e non tengono conto di chi appare o meno sulla mappa – ribadisce Russo -. Troviamo offensivo che si continui a parlare dei 200 euro come se fossero una tangente per avere l’artista vicino. Potremmo eliminare la mappa e a noi non cambierebbe niente dal punto di vista economico, semplicemente si verrebbe a togliere un servizio agli spettatori e alle attività aderenti”.

E per quanto riguarda la proposta di accorciare il festival, avanzata da Matteo Musacci, presidente di Fipe? “Per la manifestazione (non per noi che da anni immemori percepiamo sempre gli stessi compensi) sarebbe un affare perché trovare una località disposta a pagare cifre significative per ospitare il festival in un weekend di agosto non sarebbe difficile – evidenzia ‘Gigi’ -, ma non è questa la nostra idea e pensiamo nemmeno quella della stragrande maggioranza degli operatori del centro storico (qualcuno ancora ci accusa di aver tolto il lunedì)”.

E chi parla di ingenti investimenti affrontati dai pubblici esercizi del centro? “Immagino che si parli delle spese necessarie agli esercizi per adeguarsi all’accresciuto flusso di clienti che si registra durante il festival, non certo ad investimenti a favore della manifestazione – replica il braccio destro di Stefano Bottoni -. Oltre a chi ci riconosce le 200 euro in questione della manchette sulla mappa o sulla guida, che ovviamente ringraziamo sentitamente, sono poche le attività dell’area delle esibizioni che sostengono in maniera significativa il festival, tra cui ricordo prima di tutto Giori e recentemente il Mascalzone, assegnatari di due gazebo”.

I gazebo sono un altro nodo cruciale della manifestazione? “Segnaliamo che sono diminuiti rispetto allo scorso anno, non essendoci più il punto di ristorazione del giardino delle Duchesse e uno dei due gazebo in porta Reno – commenta Russo -. È invece aumentata l’offerta complessiva della ristorazione e, in particolare, della ristorazione veloce grazie a nuove e importanti aperture nel centro storico di Ferrara, che sono sempre un buon segnale. Non mi pare che questo venga considerato adeguatamente. I gazebo (includendo l’esclusività concessa a Mondo Birra) ci portano circa 55.000 euro, cifra essenziale per la realizzazione della manifestazione, nonostante la chiusura dei due punti di ristorazione citati, che ci ha portato un minor introito di 18.000 euro (cifra fortunatamente compensata da nuovi sponsor).

“Ecco, tra le cose che ci piacerebbe che ci venissero riconosciute è la nostra elevata capacità di autofinanziarci – aggiunge Luigi Russo -. La misura per quest’anno è di almeno il 75%, con risorse che per la maggior parte vengono da fuori Ferrara (sponsor, contributi ministeriali o regionali, attività di sampling…). Per il resto siamo sempre pronti a confrontarci con tutti, magari anche non necessariamente attraverso i giornali. A fine mese daremo i risultati dei questionari e altri dati significativi che ci permetteranno una valutazione più puntuale del festival. Oggi la gente ci dice che è stato un grande festival”.

“Il festival è sicuramente migliorabile, lo abbiamo già fatto in questi anni altrimenti non avremmo raggiunto l’incredibile traguardo dei 30 anni di attività – nota il direttore organizzativo -. Una volta ci attaccavano per i punkabbestia, per i rumori notturni, per la pulizia delle strade. Oggi non è più così, ma pochi sono pronto a riconoscerci i meriti di scelte che hanno portato a questi risultati”.
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