Politica
31 Agosto 2017
Sapigni: «Smentito dai fatti e dai numeri l’assunto che le case popolari vanno solo assegnate agli stranieri»

Alloggi popolari. A Ferrara l’84% è affidato a italiani

di Redazione | 5 min

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(archivio)

Su un totale di 2.921 nuclei familiari titolari di alloggi popolari 2.469 sono titolari italiani (84,5%); 48 sono titolari stranieri comunitari e 404 sono titolari stranieri extracomunitari (totale stranieri comunitari e non 15,5%).

Sono i dati più recenti sugli alloggi Erp forniti dall’assessore comunale alla politiche familiari Chiara Sapigni che confermano ancora una volta che non è vero che a Ferrara le case popolari vadano in prevalenza agli stranieri, come invece è viene suggerito da un’inchiesta del quotidiano La Verità in merito all’ultima graduatoria (che abbiamo smontato qui), divenuto tema centrale negli ultimi giorni della polemica politica tra Pd da una parte Lega Nord e centrodestra dall’altra.

Le case di proprietà. «Gli articoli di questi giorni ci forniscono l’occasione per fare un po’ di chiarezza sulla graduatoria e sull’assegnazione delle case popolari nel Comune di Ferrara», spiega l’assessore Sapigni, che riporta qualche dato relativo al capoluogo estense: Ferrara ha 133.478 abitanti di cui 12.720 (9,53%) residenti stranieri. «Dall’ultima indagine statistica sulla condizione di vita delle famiglie – osserva Sapigni – risultano proprietarie dell’alloggio il 72,2% delle famiglie. La proprietà è uno degli elementi di esclusione per le richieste di case popolari»

I requisiti per le graduatorie Erp. È ancora l’assessore a rammentare che i requisiti che occorrono per entrare nelle graduatorie Erp «sono stati deliberati dalla Regione Emilia Romagna e dalla Legge Bossi Fini (durante il governo Berlusconi) la quale stabilisce per gli stranieri il diritto di accedere, in condizioni di parità con i cittadini italiani, agli alloggi di edilizia residenziale pubblica se titolari di carta di soggiorno e se regolarmente soggiornanti in possesso di permesso di soggiorno almeno biennale e che esercitino una regolare attività di lavoro subordinato o di lavoro autonomo (art 40, comma 6)». «Un altro requisito recentemente aggiunto dalla Regione – aggiunge Sapigni – a cui però il consigliere Fabbri non accenna (in realtà vi fa cenno, affermando che è tropo basso, ndr), è la residenza continuativa o l’attività lavorativa stabile ed esclusiva o principale nell’ambito territoriale regionale da almeno 3 anni e, inoltre, è prevista la residenza o attività lavorativa nel Comune di Ferrara. Ecco quindi che già nei requisiti la Regione ha inserito, senza fare discriminazioni di razza (vietate dalla nostra Costituzione), un radicamento nel territorio. Poi ci sono le condizioni di punteggio che possono essere definite dal Consiglio Comunale. A Ferrara è stata inserita la condizione di punteggio della “storicità” della domanda in graduatoria che dà valore al periodo di tempo in cui si è rimasti in graduatoria senza avere un’assegnazione dell’alloggio; si è previsto un particolare punteggio per le “giovani coppie” (ben 15 punti) per favorire le famiglie di nuova formazione; si sono attribuiti 25 punti a chi ha avuto lo sfratto. Inoltre Ferrara è l’unico Comune della Provincia rilascia contributi sul canone per chi è in emergenza (fino a un max di 200 euro mensili) o fornisce un alloggio di emergenza abitativa. Si sono attribuiti 25 punti a coloro che si trovano in condizioni di particolare fragilità sociale attestata dai Servizi socio sanitari».

La graduatoria precedente. L’assessore parla poi più nello specifico della 28^ graduatoria, quella precedente all’attuale, con la quale sono stati assegnati 72 alloggi:  «Nella 28° graduatoria, già conclusa,  i nuclei erano 465 di cui il 47% italiani ed il 53% stranieri. Le assegnazioni sono state 72 di cui il 57% a famiglie italiane e il 43% a famiglie straniere: quindi le famiglie italiane hanno avuto, proporzionalmente rispetto le presenze in graduatoria, più assegnazioni delle famiglie straniere. Durante le assegnazioni con la 28° graduatoria di tutti i nuclei famigliari che sono stati chiamati per l’assegnazione dell’alloggio Erp, 18 hanno rinunciato: su 18 nuclei rinunciatari il 72% sono nuclei Italiani e il 28% sono stranieri.

La graduatoria attuale. Nella 29° graduatoria, già pubblicata (che non ha ricevuto nessun ricorso né da italiani, né da stranieri) – sempre secondo i dati forniti dall’assessore, che coincidono in larga misura con quanto abbiamo riportato qui – i nuclei in graduatoria sono 590 di cui il 49% italiani ed il 51% stranieri, mentre le assegnazioni saranno effettuati dopo idonei controlli e dopo aver verificato la disponibilità di alloggi idonei al tipo di nucleo familiare: «Sarà nostra cura – precisa Sapigni – rendere trasparenti anche le prossime assegnazioni che faremo con questa graduatoria che, con la costante verifica dei requisiti, darà l’esito dell’applicazione dei regolamenti».

Non solo Erp. «Il Comune di Ferrara non ha trascurato i cittadini italiani – prosegue l’assessore – poiché ha previsto misure a essi prevalentemente destinate nell’ambito delle politiche abitative: l’edilizia residenziale sociale (Ers) ampliata con 43 alloggi in via Gustavo Bianchi per la cosiddetta fascia “grigia” della popolazione (chi è troppo povero per il mercato privato ma troppo ricco per le case popolari);  il fondo per l’affitto, sostenuto anche con contributi comunali; il fondo per la morosità incolpevole, finanziato sia dallo Stato ma anche dal Comune con risorse proprie; l’agenzia per la casa, per favorire – con risorse di denaro – l’incontro tra locatori ed inquilini; il sostegno all’emergenza abitativa, che è stato disciplinato da apposito Regolamento, a favore di coloro che sono in situazione di sfratto o che hanno l’immobile pignorato. Il punteggio a favore dei nuclei monogenitoriali, senza distinzione di sesso per favorire anche i padri separati, con figli minori; il comodato gratuito ad un’Associazione Onlus un alloggio per l’attuazione di un progetto per la realizzazione di un programma specificatamente rivolto agli uomini separati che si trovano ad affrontare situazioni di fragilità economica, con ripercussioni negative anche sul ruolo genitoriale nel caso di presenza di figli minori».

«Ci sembra – osserva Sapigni – che il quadro testimoni l’attenzione che il comune di Ferrara ha nei confronti sia degli italiani che degli stranieri, seppur nella complessità delle situazioni. Risulta smentito dai fatti e dai numeri l’assunto che le case popolari a Ferrara vanno solo assegnate agli stranieri. Al contrario le politiche abitative sono uno strumento fondamentale, insieme con altri, per sostenere tutte le famiglie ad iniziare da quelle con maggiori difficoltà, senza discriminazioni per quanto riguarda la cittadinanza. Sta di fatto comunque – conclude l’assessore – che la presenza degli stranieri in Erp non può essere impedita poiché le norme stesse (compresa il cd Legge Bossi-Fini), consentono agli stranieri in regola con i requisiti della stessa legge di accedere ai servizi sociali in condizione di parità con gli italiani».

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