Politica
16 Giugno 2017
Baiamonte: "L’integrazione non può essere gestita solo attraverso pranzi e cene"

“I migranti? Facciamoli lavorare”

di Redazione | 3 min

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Impiegare i migranti in lavori socialmente utili o comunque trovare “soluzioni possibili per una civile e condivisa convivenza”, tenendo conto che “l’integrazione non può essere gestita solo attraverso pranzi e cene, ma con l’interculturalità”.

È l’appello lanciato da Paolo Baiamonte, segretario generale Cisl, in una lettera aperta rivolta al prefetto e ai sindaci della provincia estense in cui affronta i “problemi migratori che coinvolgono il territorio ferrarese”, anche “in ragione delle esperienze che, nel tempo, abbiamo maturato nel campo del lavoro e della rappresentanza”.

“Riteniamo che sia maturo e non più rinviabile, per questo territorio, assumere alcune decisioni ‘possibili’ per la gestione di alcuni aspetti del fenomeno – scrive Baiamonte -. Infatti, cogliendo quanto c’è di positivo nelle norme contenute nel cosiddetto decreto Minniti, invitiamo prefetto e sindaci ad assumere la volontà di ‘tentare’ di dare applicazione all’art.22 bis che ha come titolo: Partecipazione dei richiedenti protezione internazionale ad attività di utilità sociale”.

“Certamente l’applicazione di tale norma non è esaustiva dei problemi che vedono il territorio ferrarese ed in particolare alcune sue aree, in forte difficoltà nei rapporti fra immigrati e popolazione residente, soprattutto in ordine a delinquenza, prostituzione e degrado”.

“Ma proprio per questo – prosegue il segretario generale Cisl -, non fa bene a nessuno vedere, da un lato, decine e decine immigrati, soprattutto ragazzi giovani, bighellonare tutto il giorno senza fare nulla, col rischio di debordare, appunto nell’area della delinquenza, e gli autoctoni, i ferraresi, che si lamentano, più o meno apertamente, delle tante situazioni ‘difficili’ che si vengono a creare”.

E allora perché non tentare – domanda il sindacalista – “di introdurre, assieme alle forze sociali, organizzazioni sindacali, associazioni datoriali e associazioni del terzo settore, un sistema di regole, attraverso un’intesa forte, per cercare in indirizzare su una buona strada tanti ragazzi e dall’altra dimostrare alla popolazione residente che è possibile ‘gestire’ positivamente i problemi migratori, oltre la mera accoglienza?”.

“Come organizzazione sindacale, che afferma e riconosce l’importanza fondamentale del lavoro e il suo valore proprio dal punto di vista antropologico e non solamente economico – nota il sindacalista -, poniamo in evidenza, ancora una volta, come il non fare nulla sia degradante, intanto per la persona stessa e degradante per una società che ha il dovere di dare dignità a tutti nel limite, certamente, del possibile”.

“Questo è l’ennesimo appello che intendiamo lanciare a chi ha il dovere di impegnarsi a trovare le soluzioni possibili per una civile e condivisa convivenza – ribadisce Baiamonte -, tenendo conto che l’integrazione non può essere gestita solo attraverso pranzi e cene, ma con la condivisione delle fatiche e dei problemi quotidiani delle persone e della società: è necessario superare il multiculturalismo che non porta ad integrazione vera, ma affrontare i temi dell’interculturalità che passano prioritariamente attraverso la comunicazione (quindi conoscenza della lingua) e condivisione di tutti i valori comuni possibili”.

Da qui l’invito al prefetto e ai sindaci: “Abbiamo bisogno di una dimostrazione della presenza forte delle istituzioni e di un loro fattivo intervento, per non dare alibi e pretesti, magari giustificati, a nessuno: oggi le norme non solo ce lo consentono, ma in qualche modo, costituiscono un obbligo. Dal canto nostro – chiosa il sindacalista – restiamo a disposizione, come sempre, per concorrere a migliorare il territorio e la società nella quale viviamo”.

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