Cronaca
13 Giugno 2017
Le motivazioni dei giudici felsinei che hanno confermato la condanna a trent'anni di carcere

Omicidio Tartari. Neppure i giudici d’appello credono a Pajdek

di Redazione | 2 min

Leggi anche

Bancarotta fiscale. Stangate per due ferraresi

Due ferraresi, una donna di 46 anni e un uomo di 55 anni, rispettivamente amministratore di diritto e di fatto di una società fallita con sede nell'Alto Ferrarese, sono stati condannati a 6 anni e 4 anni e 4 mesi dal tribunale di Ferrara con l'accusa di bancarotta fiscale

Paziente assunse ivermectina contro il Covid, ma morì. Ex medico finisce a processo

È stata fissata per il 27 maggio l'udienza predibattimentale del processo per omissione di soccorso a carico di Alberto Dallari, il 69enne medico (oggi in pensione) di Reggio Emilia, che aveva preso in cura domiciliare Mauro Gallerani, 68enne di Corporeno colpito dal Covid-19 e poi deceduto dopo un mese di ricovero ospedaliero

A destra, Ivan Pajdek

«Tutto depone per la programmazione dell’uccisione del rapinato, o comunque per la concreta accettazione del rischio della morte». Anche per la Corte d’appello di Bologna Ivan Pajdek e compagni (Patrik Ruszo e Constantin Fiti) non si sono preoccupati affatto se con le loro azioni violente si sono presi anche la vita di Pier Luigi Tartari e non solo i suoi soldi.

I giudici felsinei – chiamati ad esprimersi sull’appello per la sentenza con la quale il gup di Ferrara ha condannato lo stesso Pajdek a 30 anni di carcere in rito abbreviato – hanno infatti confermato la pena, rilevando in più occasioni la scarsa attendibilità dell’imputato e delle sue mille ricostruzioni di quel tragico giorno di settembre 2015, tutte dirette a discolparsi, a dire che lui no, non voleva la morte di Tartari e che era tutta colpa dei suoi due complici. Per la corte, quella fornita dal capo banda è una «ricostruzione ‘utilitaristica’», smentita «dalla lettura delle emergenze probatorie, oltre che dalla logica».

Una versione che già non aveva convinto il tribunale estense e che non ha convinto neppure la Corte d’appello: «Che la rapina prevedesse violenza fisica ai danni del Tartari – scrivono i giudici – è evidente sin dalle prime fasi dell’agguato». Una violenza «esercitata sulla povera vittima [che] non era finalizzata solo all’immobilizzazione, bensì rivolta a produrre lesioni dolorose», fino alla crudeltà, cercata scientemente come dimostrano «le modalità quasi maniacali di imbavagliamento della povera vittima, da cui è derivato il decesso per soffocamento: surreale appare invero l’affermazione difensiva per cui l’intenzione dell’imputato era unicamente di provocare lesioni al povero Tartari!».

E a nulla importa – se non, purtroppo, ai poveri familiari della vittima, i fratelli Marco e Rita, rappresentati in giudizio dall’avvocato Eugenio Gallerani – se la volontà iniziale della banda non era quella di concludere la rapina con un omicidio, perché dell’escalation di violenza di cui sono stati protagonisti indiscussi, sono essi stessi pienamente responsabili: «Infatti – scrivono ancora i giudici – ove si programmi un delitto che rientra nell’ambito di un’azione violenta orientata alla persona, la progressione e la degenerazione nell’evento lesivo maggiore o, addirittura, nella morte è ipotesi plausibile».

Trent’anni erano, trent’anni rimangono anche dopo la sentenza d’appello.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com