Comacchio
12 Giugno 2017
Il sindaco uscente riconfermato per un soffio al primo turno da oltre 5mila votanti

Marco Fabbri riconquista Comacchio senza Grillo

di Redazione | 3 min

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Comacchio. Cinque anni dopo la conquista del municipio lagunare, è ancora Marco Fabbri il sindaco di Comacchio, riconfermato per un soffio al primo turno da 5039 votanti (50,88%), senza neppure dover affrontare il turno di ballottaggio e senza neppure l’apporto – allora determinante – di Beppe Grillo e del Movimento 5 Stelle che lo ha espulso.

Il 34enne dopo l’acclamazione grillina del 2012 ha puntato dritto alla continuità come civico, con l’appoggio delle liste Per Fare e Persone e Territorio. Epurato dal Movimento nel 2014, Fabbri ha sbaragliato ogni concorrenza con un dato convinto e bilanciato nella maggior parte delle 22 sezioni elettorali, dichiarandosi comprensibilmente soddisfatto al termine di uno scrutinio fiume, e felice di mantenere le redini della cittadina.

“Felice per l’opportunità che i miei concittadini hanno voluto darmi – commenta a caldo -: davanti a noi altri cinque anni che ci consentiranno di proseguire nella direzione che gli elettori hanno voluto premiare”. Accanto a lui nell’esultanza immediata negli uffici del municipio che continuerà a presidiare, i componenti della giunta uscente Alice Carli, Stefano Parmiani e il vicesindaco Denis Fantinuoli. Giunta al completo meno Sergio Provasi, comunque nella lista dei vincitori.

Bersaglio di una campagna elettorale piuttosto dura, senza esclusioni di colpi nei suoi riguardi, Marco Fabbri mette fuori gioco già al primo turno Maura Tomasi, la temibile candidata del centrodestra riunito, avversaria della prima ora tornata alla carica dopo l’esperienza amministrativa del 2010-2012 come vicesindaco di Paolo Carli.

La pasionaria leghista – irraggiungibile all’alba per un commento – convince infatti un quarto dei 10.170 votanti, raccogliendo 2.382 voti corrispondenti al 24,05% del totale. Tre i seggi guadagnati in consiglio comunale, che le preferenze spartiranno tra le 5 liste di coalizione, consegnando al centrodestra il gruppo di opposizione più nutrito.

Nel percorso verso la carica massima, Tomasi era riuscita nell’intento di riunire le diverse anime di Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia, abbracciando inoltre la consolidata esperienza civica di Antonio Di Munno – consigliere salito cinque anni fa sullo scalino più basso del podio e tornato a proporsi con la lista ‘Il Faro’, – e mettendo la personale civica M@ura.com. Non è stata determinante la propaganda di Matteo Salvini, giunto in laguna per sostenerla, né la dialettica del senatore ferrarese Alberto Balboni a capo della lista lagunare di FdI.

Opposizione solitaria per Piero Fabiani, unica voce del Pd in consiglio dopo cinque anni di latitanza che comunque contava 2 componenti. Per lui ha votato l’11,05% dei comacchiesi.

Stessa sorte per Sandra Carli Ballola, la civica sostenuta nella sua corsa da Rifondazione Comunista e Sinistra Italiana che raccoglie (insieme alla sua La città futura) il 6,27%. Quanto basta per ottenere un seggio di rappresentanza nell’assise comunale, che si insedia ufficialmente nel pomeriggio di domani (martedì 13 giugno).

Clamorosamente fuori da ogni formazione Davide Michetti – con il 2,78% -, attivo civico di opposizione alla guida della rinnovata Onda 3.0. Si ferma al 2,64% Emilio Tomasi (Comacchio Lidi), di poco sopra Giuseppe Carli che con la sua civica Forza Comacchio raccoglie il 2,34%.

Il risultato finale e vittorioso per Fabbri arriva, come detto, al termine di uno scrutinio che ha salutato l’alba: l’ultimo seggio (il numero 11, di San Giuseppe) ha chiuso i conti alle 4.40, mettendo a dura prova i funzionari di seggio.

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