Comacchio
10 Maggio 2017
Confronto tra Carli (Forza Comacchio), Carli Ballola (La città Futura) e Michetti (L’onda 3.0) su temi caldi della città

Elezioni, question time ‘mutilato’: si presentano solo in tre

di Redazione | 5 min

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Comacchio. Giuseppe Carli (Forza Comacchio), Sandra Carli Ballola (La città Futura) e Davide Michetti (L’onda 3.0). Sono i tre candidati sindaco che hanno raccolto l’invito al confronto di Primola, centro di promozione culturale a cui hanno dato invece buca gli altri cinque concorrenti: l’attuale primo cittadino Marco Fabbri, la candidata leghista Maura Tomasi, Piero Fabiani (Pd) che aveva annunciato al suo posto un non meglio identificato rappresentante, e gli altri due civici Youssef Mejahed e Emilio Tomasi.

“Non credo sia il momento per un confronto tra candidati neppure certi” il commento di Fabbri, che ricorda come la maggior parte delle liste non siano ancora certificate. Colgono l’occasione solo in tre, prendendo parte al ristorante Caraibi ad un question time ‘mutilato’ proprio per la mancanza di protagonisti non secondari nella campagna elettorale appena partita.

La moderazione del presidente di Primola Giovanni Torricelli, flessibile e non scandita dai tempi tipici del confronto elettorale, ha lasciato ampio spazio sia ai candidati che al pubblico in sala, da cui sono pervenute le sollecitazioni più interessanti: migranti, abusivismo selvaggio ed ex ospedale San Camillo, questioni allarmanti, stando ai toni di un dibattito che ha a tratti contrapposto i tre candidati, portatori di visioni politiche effettivamente distanti.

“Non vedo soluzioni locali ad una gestione fallimentare dell’Europa, un problema da affrontare e risolvere restando però umani: per i miei figli al posto dei migranti mi augurerei una diffusa pietas”. Non barricate per Carli Ballola, mentre Michetti vira da subito sui ‘migranti in spiaggia’ e sull’abusivismo “da contrastare pretendendo maggiori forze in campo, attraverso un tavolo di concertazione comunale che formuli soluzioni per sensibilizzare Regione e Governo. Tra i due, Carli, convinto che “sia giusto salvare chi mette a repentaglio la propria vita, ma per riportarli a casa, in attesa di risolvere prima i nostri problemi. È agli italiani in difficoltà che innanzitutto rivolgerei la pietas. ‘La tolleranza è la virtù di una società morente’”.

Ad Aristotele, Carli Ballola contrappone Antonio Bonafede, Edgardo Fogli e Vincenzino Folegatti, comacchiesi “i cui ideali di impegno civile e visione etica ispirano la nostra azione per il territorio. Prevenire e incalzare i nostri rappresentanti politici è l’unica via, è necessario un clima di civiltà e umanità verso il prossimo, non uno stato di polizia” aggiunge, cogliendo poi l’occasione per accennare al programma di lista, improntato su un turismo “che salvaguardi la diversità e renda consapevole il visitatore, che eviti le ‘Fabbri Tower’ per privilegiare l’unicità contro l’omologazione” romagnola. E a proposito di Destinazione Romagna, l’auspicio è quello di poter pesare di più, considerato il dato presenze sottostimato e in realtà pari a 4-5 milioni”. La candidata accende poi l’attenzione sull’emorragia di un centro scolastico “sofferente, che perde indirizzi superiori rimpiazzati da deboli qualifiche triennali, mentre si parla di città della cultura su progetti irreali”. La sua città futura accoglierebbe la sede di una facoltà di acquacultura e dipartimenti universitari di archeologia. “Dopo Fabbri – chiude – mi auguro un sindaco che ascolti e incontri i cittadini, per me è un aspetto fondamentale”.

Portando per sua stessa ammissione una visione “pragmatica, da imprenditore del turismo”, Carli insiste invece sulla sicurezza di una città turistica da mettere al riparo da degrado diffuso e “bighelloni per le strade”. Ridimensionare la “tortura inconcepibile” della burocrazia per le imprese, operare sul doppio binario bello-utile per creare opportunità di lavoro e sviluppo nei lidi, a suo dire “imbalsamati”, curare al massimo le strade viarie per supportare il trasporto su gomma (unica possibilità reale), valorizzare, anche con la formazione scolastica, la gastronomia autoctona quale riscoperta eccellenza del territorio, proteggere il settore balneare minacciato dalla Bolkestein sperando in una proroga della direttiva. “Dovremmo iniziare a fare a meno del turista slow e inutile – aggiunge – che negli ultimi anni ha avuto grande accoglienza ma non ha lasciato nulla alle nostre imprese”. Non manca l’augurio a Fabbri: “Spero vada via, ci lascia senza nastri tricolori (ne ha tagliati chilometri) e un’associazione dei disoccupati”.

Forte di un “programma che parte dal basso frutto di un anno di lavoro”, Michetti ritorna spesso e volentieri sulla lotta all’abusivismo, un argomento per cui ha speso molte energie nei cinque anni di esperienza consigliare, e la necessità di “strategie di contrasto decise che agiscano prima che i venditori arrivino ad occupare le spiagge, anche con sanzioni a chi offre alloggio ai clandestini”. Sui trasporti di lunghe distanze Michetti contempla l’idea dell’aviosuperficie e mezzi volanti dato “il sogno impossibile” della ferrovia, mentre sul turismo auspica una “fondamentale destagionalizzazione” e la diversificazione dei lidi sostenuta anche dall’iniziativa “uno sport per ogni lido”.

Nel giorno che precede l’incontro in Prefettura tra Ausl, Consulta e tutte le forze politiche comacchiesi, casca immancabilmente nel dibattito il bistrattato San Camillo. “Difficile governare le scelte dall’alto e i tagli che hanno spogliato l’ormai ex ospedale: da 15 anni siamo accanto alle lotte della Consulta, domani ribadirò la richiesta dell’ambulatorio di microchirurgia” dice Carli Ballola, seguita da Michetti che mira alla “pediatria H24. Se abbiamo un dialogo con il Prefetto è solo grazie a minoranze e Consulta, a Fabbri dobbiamo tutto quello che al San Camillo non c’è più”. Rincara Carli: “Hanno svenduto la nostra salute, ci hanno accusato di voler fagocitare la sanità, ora chiediamo almeno un’attività estiva e un Pronto Soccorso con chirurgia d’urgenza, lo dobbiamo anche ai turisti”.

Argomento sollecitato – ormai da anni – dall’associazione ospitante, la ridestinazione del Bagno della Polizia di Lido di Spina, vero pallino di Primola che vorrebbe – con il supporto di professionisti del settore, ottenere la concessione per realizzare uno stabilimento balneare attrezzato per disabili e famiglie. “Tendenzialmente contraria” Carli Ballola, “più propensa all’inclusione, per scongiurare il rischio ghetto. Mi piacerebbe piuttosto che al Logonovo sorgesse un bagno comunale, dei bambini e degli adolescenti della città” rilancia. “Poco convinto” anche Michetti: “Presterei piuttosto attenzione ai disabili come ‘target turistico’,migliorando l’accessibilità e le occasioni di svago, oltre a sovvenzionare l’adeguamento degli stabilimenti”. Più a favore Carli, “con costi accessibili per gli utenti e magari solo per i casi più gravi”.

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