Economia e Lavoro
7 Aprile 2017
Anche a Ferrara protesta: "Decreto mette a serio rischio posti di lavoro, senza vantaggi per i cittadini"

Sciopero Aci contro la riforma dei servizi

di Redazione | 2 min

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Il futuro del lavoro agricolo passa dal “Sistema Agricoltura Ferrara”

Ferrara si dota del "Sistema Agricoltura Ferrara". Bandi e assicurazioni, utilizzo di fitofarmaci, lavoro agricolo e contrasto al caporalato. Questi sono solo alcuni dei temi presenti nel documento strategico sull'agricoltura, redatto per la prima volta dal Comune di Ferrara in sinergia con tutte le associazioni di categoria e le grandi aziende agricole del territorio

Oggi, venerdì 7 aprile, le lavoratrici ed i lavoratori di Aci stanno protestando a Roma, davanti al ministero per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione contro la riforma che introduce il documento unico dell’auto riformando i servizi gestiti da Aci. Contemporaneamente in tutti gli uffici Aci, anche quello di Ferrara si sono tenute assemblee a sostegno della vertenza.

“Il documento unico, così come previsto dallo schema di decreto adottato dal Governo – dicono i lavoratori Aci – non realizza alcun vantaggio per il cittadino : non è previsto nessun risparmio e nessuna semplificazione. Il decreto invece, farà venir meno i servizi oggi garantiti dall’Aci/Pra e creerà un ulteriore disagio ai cittadini, per esempio dall’attuale uso della moneta elettronica si tornerebbe indietro di anni con il ritorno ai bollettini postali , da pagare a cura dell’utenza che ne sopporterà i costi. Si pagheranno ancora l’imposta di trascrizione (Ipt) e l’imposta di Bollo; non ancora chiarito il risparmio sulle altre tariffe, di fatto nessun vantaggio economico per il cittadino, come sbandierato all’inizio. Minore presenza di sportelli pubblici sul territorio, meno servizi diretti all’utenza debole con la necessità di ricorrere ai professionisti del settore ,con maggiori costi per l’automobilista. Minore affidabilità dei dati contenuti nel Pubblico Registro Automobilistico con minore tutela per la proprietà dell’auto e per la collettività. L’impianto del decreto – concludono i lavoratori – mette seriamente a rischio posti di lavoro senza prevedere nessuna tutela per circa 3000 lavoratori, e prende in giro i cittadini promettendo risparmi che non ci saranno, a fronte di sicuri disagi”

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