Antonio Raho
Vigarano Mainarda. “La questione sicurezza è una cosa seria e per affrontarla al meglio c’è bisogno di farlo con serenità. Se si pensa che dare un’arma a tutti risolva questo problema, siamo di fronte alla follia, tant’è che alcune persone sono pericolose con la lingua, figuriamoci con una pistola tra le mani”. La riflessione arriva da un politico che per mestiere con le armi ci ha a che fare ogni giorno.
È Antonio Raho, capogruppo di “Di più per Vigarano” in consiglio comunale a Vigarano, nell’Arma ormai da 27 anni. Alla luce del recente fatto di cronaca di Lodi, Raho si dice contrario all’imperversante grido di giustizia fai-da-te. “In momenti straordinari – spiega -, servono iniziative straordinarie che, in una cultura come la nostra, devono essere messe in campo dallo Stato e non lasciate al singolo cittadino”.
Il consigliere ricorda che i detentori di armi in Italia sono tantissimi, “mi riferisco a cacciatori, ai tiratori sportivi ed a quelli che l’arma l’hanno ereditata dal parente di turno, ma possedere un arma non vuol dire essere al sicuro. Basti pensare all’alto tasso di criminalità negli Usa, luogo nel quale ci sono più armi che abitanti. Eppure i reati non tendono a scendere, per non parlare poi di stragi e omicidi”.
Ma in Italia “manca totalmente la “cultura” delle armi come difesa personale o patrimoniale. Molti italiani sono portati a pensare che basti possedere un’arma per riuscire a difendersi, ma in realtà tanti non sanno neanche il rumore che fa quando si esplode un colpo e soprattutto cosa comporta giuridicamente una scelta di questo tipo”.
Tra l’altro la legittima difesa in Italia è già regolata dall’art. 52 del codice penale. La norma dice che è possibile difendersi da una minaccia a condizione che l’azione di difesa sia proporzionata all’offesa. “Si parla da diversi anni – prosegue Rahio – della possibilità di introdurre una legge che “non punisca” chi utilizza le armi contro coloro che violano la proprietà privata a scopo di furto e, per farlo, si è scelto lo slogan “la difesa è sempre legittima”. Come accade in alcuni stati americani. Facile a dirsi, difficile però da realizzare anche per gli addetti ai lavori. Le variabili sono tante, ed il rischio di commettere un errore fatale è sempre dietro l’angolo”.
Ragionando in base all’esperienza, questa volta non di politico ma di carabiniere, Raho fa presente che “quando un ladro ti entra in casa alle tre di notte, sono pochi quelli che hanno il sangue freddo ed il coraggio di non farsi prendere dall’emotività e dalla paura . In questi casi, solitamente si agisce d’impeto. La paura prende il sopravvento sulla razionalità e si rischia di commettere errori irreversibili”.
Lo stesso vale per la proposta di far intervenire l’esercito fino alle più piccole periferie per contrastare anche la microcriminalità, che “può invece dare qualche vantaggio nel campo della prevenzione ma è sbagliato pensare che sia risolutivo, soprattutto per reati connessi allo spaccio di stupefacenti o altri come furti e rapine. Per questi c’è bisogno di un gran lavoro sul campo, di conoscenza del territorio, intelligence e soprattutto di esperienza”.
“La possibilità di migliorare le cose esiste – conclude -, e secondo me deve passare dal potenziamento e dalla razionalizzazione degli organici delle Forze dell’Ordine e dall’utilizzo, come deterrente, della certezza della pena nei confronti dei delinquenti una volta arrestati e condannati. Pochi interventi fatti con serietà e serenità ci farebbero risparmiare tanti funerali e altrettanti brutti e costosissimi processi”.
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