Mesola
19 Gennaio 2017
Si conclude con le assoluzioni in Appello degli ex amministratori il processo Enel bis

Patologie respiratorie tra i bambini del Delta, tutti assolti

di Redazione | 2 min

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Mesola. Tutti assolti perché il “fatto non sussiste”. La corte di Appello di Venezia nel processo “Enel bis” ha emesso ieri pomeriggio la sentenza che conferma l’assoluzione di primo grado per l’allora amministratore delegato Fulvio Conti, e assolve a loro volta anche Francesco Luigi Tatò e Paolo Scaroni, gli ex amministratori delegati di Enel, che furono condannati in primo grado il 31 marzo 2014 perché ritenuti responsabili del reato di disastro in forma di pericolo e non come disastro consumato.

A quella sentenza si era appellata la Procura della Repubblica di Rovigo che aveva chiesto la condanna anche del terzo amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, che venne assolto in primo grado “perché il fatto nel suo caso non costituisce reato”.
Tatò e Scaroni erano stati condannati in primo grado a 3 anni di reclusione, oltre alla pena accessoria di 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. Ieri invece sono stati assolti con formula piena.

Il processo era nato dopo l’insorgere di patologie respiratorie tra i bambini nella zona del Delta, secondo la procura rodigina causate dalle emissioni della centrale energetica di Porto Tolle nel periodo in cui era alimentata a olio combustibile. Nel processo erano coinvolti come parti civili alcuni enti locali emiliani (Comuni di Mesola e Goro, Provincia di Ferrara, Regione Emilia Romagna ed Ente parco emiliano romagnolo del Delta del Po) che però sono usciti dal processo dopo aver accettato la proposta di risarcimento di Enel: 130 mila euro a ogni Comune del rodigino, 400 mila euro per al Parco regionale, 600mila euro i Comuni di Mesola e Goro, 100mila euro la Regione Emilia Romagna e 300mila euro la Provincia di Ferrara.

A conti fatti, visto l’esito processuale, quella scelta transattiva operata dagli avvocati Riccardo Venturi e Carmelo Marcello si è rivelata vincente.

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