Economia e Lavoro
30 Dicembre 2016
Al Presidente della Repubblica reclamano giustizia e di porre rimedio alle disparità di trattamento tra Mps e banca locale

Azzerati e Amici Carife chiedono un incontro a Mattarella

di Redazione | 3 min

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Marco Cappellari (a sinistra) e Mirko Tarroni

Dopo il sindaco Tagliani, anche gli Azzerati Carife e gli Amici della Carife (attraverso i rispettivi portavoce Mirko Tarroni e Marco Cappellari) scrivono al Presidente della Repubblica e al Ministro dell’Economia, chiedendo però in più a Mattarella di essere ricevuti in delegazione “per esprimerle lo stato d’animo e il malessere dei risparmiatori Carife”.

Una richiesta che arriva “a nome di 32.000 risparmiatori della Cassa di Risparmio di Ferrara, vittime del decreto salva-banche” direttamente al “supremo garante della Costituzione, che all’art. 47 tutela il risparmio”. L’intenzione del presidente degli Amici della Carife Marco Cappellari (rappresentante degli azionisti) e del coordinatore dei Risparmiatori Azzerati Carife Mirko Tarroni (obbligazionisti) sarebbe quello di illustrare al Presidente Mattarella e al Ministro Padoan “la profonda ingiustizia” subita con il decreto salva-banche, “aggravata ulteriormente con l’emissione del recente decreto cosiddetto “Salva–risparmio” con il quale sono stati salvaguardati i  risparmiatori del Monte dei Paschi di Siena e di altre banche italiane”. Un decreto, quest’ultimo, che ha infatti “creato una profonda disparità di trattamento tra risparmiatori di 4 piccole banche – CariFerrara, Carichieti Banca Etruria e Banca Marche –  e quelli di una grande banca quale Mps”.

Più o meno gli stessi concetti espressi nella lettera-appello che anche il sindaco Tagliani ha inviato a Mattarella e Padoan, nella quale si parla di due pesi e due misure usati per i risparmiatori di Monte Paschi Siena e Cassa di Risparmio di Ferrara. “Perché – domandano infatti Tarroni e Cappellari – improvvisamente sono stati trovati 20 miliardi di euro per salvare le banche e perché oggi è possibile fare qualcosa che fino a ieri era considerato impossibile. Cosa è cambiato? Cosa hanno di diverso i piccoli risparmiatori che hanno investito in obbligazioni subordinate e azioni Mps dai piccoli risparmiatori delle quattro banche? Stiamo pagando le conseguenze di una discriminazione inaccettabile”.

Una discriminazione che Tarroni e Cappellari evidenziano riportando i fatti e mettendo a confronto il “trattamento Carife” con il “trattamento Mps”. “Vecchia Carife e Mps – spiegano – pur avendo dimensioni diverse, avevano lo stesso problema di ricapitalizzazione. Carife nel 2009 è stata posta sotto vigilanza di Bankitalia, che nel 2010 è stata rafforzata, nel 2013 la banca è stata commissariata, nel luglio 2015 è stata decisa da Banca d’Italia una ricapitalizzazione da 300 milioni di euro a opera del Fitd che non è stata attuata, il 22 novembre 2015 è arrivato il Salvabanche che nulla ha salvato, c’è stata la risoluzione di Carife, gli investimenti di 28mila azionisti sono stati inesorabilmente cancellati, i risparmi di 4.100 obbligazionisti sono stati azzerati, per poi correre parzialmente ai ripari, ma non per tutti. Niente per una quota di obbligazionisti, l’80% di rimborso per chi sta dentro certo parametri, ma non per chi ha trasmesso le obbligazioni a moglie e figli. Sette anni di supplizio, zero aiuti di Stato e adesso anche  400 possibili licenziamenti di dipendenti Carife”. Per Mps invece “nessun commissariamento per questa grande banca da lungo tempo malata, nessuna risoluzione, nessun licenziamento. Ora però il governo interviene con 8,8 miliardi di denaro pubblico, ovvero ottomila milioni di euro, così risalta meglio differenza con i 300 milioni (peraltro messi dal Fondo Interbancario, e quindi di natura privata), che sarebbero bastati per rimettere in carreggiata Carife. E in tutto questo gli azionisti Mps hanno ancora le loro azioni, gli obbligazionisti retail saranno rimborsati al 100%, quelli istituzionali al 75%, e i dipendenti non rischiano il licenziamento”.

“La considerazione rispetto a questa situazione – conclude la lettera di Tarroni e Cappellari – è che  quando c’è la volontà politica si risolvono non solo i problemi piccoli come quelli di Carife, ma anche problemi giganteschi come quelli di Mps.  Il governo ha agito in modo diverso e i risparmiatori di Carife e delle altre 3 banche ne escono fortemente discriminati. Egregio Presidente, signor Ministro, vi chiediamo giustizia affinchè sia posto rimedio  a queste gravi disparità”.

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