Attualità
27 Dicembre 2016
Striscione di Animal Defenders sotto quello di Amnesty

Giulio Regeni e i macachi di Unife

di Redazione | 2 min

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“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

Il Giro delle Mura di Ferrara taglia il traguardo delle 50 edizioni

Presentato nella sala degli Arazzi della residenza municipale di Ferrara la 50a edizione del Giro delle Mura. Il Giro podistico delle Mura di Ferrara taglia un importante traguardo: 50 edizioni per un evento che ha visto la partecipazione di tantissimi campioni del mezzofondo locale e nazionale

unnamed“Verità per Giulio Regeni”. E “libertà per i macachi di Unife”. Sotto lo striscione affisso dall’amministrazione comunale e da Amnesty sullo scalone municipale di Ferrara ne è apparso la notte di natale un secondo. Che prosegue idealmente nelle intenzioni degli autori la prima frase sul ricercatore torturato e ucciso in Egitto con uno slogan in favore dei primati rinchiusi del polo chimico-biomedico di Ferrara.

Il paragone tra la vicenda di Regeni e quella dei macachi è stato fatto dagli attivisti di Animal Defenders, “per ricordare – spiegano in una nota – che è Natale anche per Archimede, Clarabella, Eddi, Cleopatra, Cesare e Orazio, i sei macachi che insieme a tanti altri animali sono stabulati all’interno di Unife”.

“Mentre ognuno di noi – aggiungono gli attivisti di Animal Defenders – si ritrova con i propri cari per celebrare il Natale, in un momento di gioia e di condivisione, gli animali all’interno dei laboratori di ricerca dell’Università di Ferrara continueranno la loro detenzione. Chiusi in piccole gabbie singole che lasciano loro pochissimo spazio per muoversi, in un ambiente artificiale, privati della loro libertà e della possibilità di vivere una vita conforme alla loro natura, sottoposti a stress fisico e psicologico nonché a esperimenti invasivi per tutto il corso della loro vita”.

Gli animalisti non sembrano accorgersi dell’accostamento alla tragedia del dottorando dell’Università di Cambridge che potrebbe suonare irriverente ad altre orecchie, e proseguono chiedendo all’Università di Ferrara, al Comune di Ferrara e a tutte le autorità competenti, di compiere un atto di civiltà e di generosità, ovvero di liberare i macachi (come già avvenuto a Modena mediante un protocollo d’intesa tra Comune e Unimore) utilizzati per esperimenti nell’ambito delle neuroscienze e progressivamente anche tutti gli altri animali impiegati. I macachi sono animali gregari, individui sociali che vivono liberi in spazi ampissimi e per natura creano stretti legami con i membri del proprio gruppo. La prigionia all’interno di gabbie asettiche, che li tiene lontani dai propri simili, provoca loro grande sofferenza emotiva che non fa che acuire la sofferenza fisica provocata dagli esperimenti stessi”.

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