Attualità
1 Dicembre 2016

E i detenuti ballano per il Papa

di Redazione | 3 min

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Nell’anno del Giubileo della Misericordia, il giubileo si chiude a Ferrara, all’interno di un carcere. Con un messaggio diretto a papa Francesco. È stato il piccolo miracolo andato in scena all’interno della sala teatro della casa circondariale Costantino Satta di Ferrara.

Cinquanta detenuti, appartenenti a nazionalità e religioni diverse (cattolici, musulmani, ortodossi), agli ‘ordini’ della coreografa Roberta Micci, hanno danzato sulle note funky di “Pope is pop”, canzone inedita scritta in onore del Pontefice dal performer Igor Nogarotto.

Tutti con la maglietta bianca e la scritta blu “Pope is pop” (il Papa è ‘pop’), i detenuti-ballerini hanno strappato gli applausi prima e dopo lo spettacolo. Prima perché, in sede di conferenza stampa (sempre in carcere) di presentazione dell’iniziativa, il direttore del carcere Paolo Malano aveva ringraziato tutti i protagonisti di questo evento più unico che raro, essendo il primo flash mob mai realizzato in un istituto penitenziario italiano, se si eccettua quello di apertura del Giubileo, che ha avuto come location la casa circondariale femminile di Rebibbia, a Roma, nell’ottobre dello scorso anno.

“L’appuntamento si inserisce nell’iter pedagogico che il carcere di Ferrara porta avanti nei confronti dei propri detenuti e ‘chiude’ simbolicamente il Giubileo” ha esordito Malato, per passare la parola a Ilse Rusteni, provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria, che ha ricordato i numeri della popolazione carceraria di Emilia e Marche: “poco più di 4mila in totale, di cui 330 solo a Ferrara”.

Ma Ferrara vuole essere ‘speciale’, se è vero che, come detto dal comandante di Reparto degli uomini della Polizia Penitenziaria Annalisa Gadaleta, “questo è un mondo nel mondo, perché Via Arginone deve essere una via di Ferrara. Il carcere si apre alla città e vogliamo che anche la città si apra al carcere”.

E non poteva mancare in una celebrazione tanto simbolica il vescovo Luigi Negri, che Negri ha parlato di “un evento straordinario, geniale, perché riesce a far emergere la misericordia, che è una delle supreme caratteristiche del cattolicesimo e che chiama a sé anche le altre religioni”. Il vescovo ha inoltre sottolineato l’importanza e il valore simbolico della scelta di un carcere per la chiusura del giubileo, “luogo simbolo al cui interno ci sono persone che hanno sbagliato e che, grazie alla misericordia, sanno che non sono dimenticati”.

Non crede in Dio ma crede sicuramente nel Papa, in questo papa, Igor Nogarotto, l’autore di “Pope is Pop”: “ho voluto scrivere “Pope is pop” per papa Francesco, un pontefice che mi ha affascinato. Il carcere è il luogo eletto perché trovo delle grandi similitudini tra il mondo carcerario e il mondo della Chiesa. Questo carcere e la Chiesa di Francesco hanno voluto abbattere dei muri ideologici e abbracciare diverse culture per affrontare la possibilità dell’integrazione, la convivenza tra diverse culture e religioni”.

Già, proprio l’integrazione è alla base ideale di questa performance, che si chiude con una preghiera molto pagana: quella dei detenuti che con “Francesco vieni tra noi” chiedono a Bergoglio di visitare Ferrara. “Il Papa – spiega in una nota un detenuto musulmano – ha aperto le porte della Chiesa abbracciando le più diverse culture, accettando ed accogliendo persone dal diverso credo religioso, dimostrandoci che possiamo convivere in armonia sotto lo stesso tetto, nonostante le nostre diversità, proprio come stiamo facendo noi oggi. Lo ringraziamo perché ci ha regalato 2 ore di evasione”.

“In occasione della chiusura del Giubileo dei carcerati – è il commento del comitato di redazione di Astrolabio, il giornale del carcere di Ferrara -, noi “ristretti” ci auguriamo che si apra un’epoca nuova che faccia maturare nelle persone una percezione diversa nei confronti del “Pianeta Carcere”.

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