Sono cinque i medici della Nefrologia di Cona indagati per una morte sospetta avvenuta lo scorso 16 novembre. La vittima, il 77enne Arturo Mangherini originario di Comacchio, era deceduto dopo l’inserimento di un Cvc (catetere venoso centrale) per la dialisi.
Le cause dell’improvvisa morte non sono ancora chiare e dall’autopsia, eseguita giovedì scorso, sembra non siano state riscontrate evidenze in merito alla responsabilità del catetere. Serviranno però altri accertamenti, affidati dal pm Barbara Cavallo al consulente della procura Matteo Tudini (che ha 60 giorni di tempo), per stabilire le esatte cause del decesso per il quale a cinque medici del reparto di Nefrologia (difesi dagli avvocati Linguerri, Ciaccia e Venturi) sono stati notificati gli avvisi di garanzia per omicidio colposo, scaturiti in seguito alla querela sporta dal fratello della vittima.
Il 77enne, che già soffriva di alcuni disturbi (problemi cardiaci e respiratori), era stato mandato dall’ospedale del Delta al Sant’Anna di Cona per sottoporsi a una serie di accertamenti e approfondimenti sul suo stato di salute. L’insorgenza di un’insufficienza renale rende necessaria la dialisi, così il 16 novembre al pensionato viene inserito il Cvc, ma nascono subito problemi perché gli viene tolto e sostituito. Il 77enne però inizia a star male e, nonostante i medici facciano il possibile dopo aver capito la gravità della situazione, Mangherini non ce la fa.
La tragedia spinge il fratello della vittima a pretendere chiarezza sul decesso, che sporge querela attraverso l’avvocato Lucia Gabrielli. Alla famiglia della vittima ora non resta che attendere i 60 giorni richiesti per ulteriori accertamenti per arrivare alla verità sulle cause della morte.
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