di Carolina Fiorini
Sfruttamento e abusi sessuali sono le forme più gravi di violenza su bambini e ragazzi. L’Unicef calcola che si aggiri attorno ai 2milioni il numero dei bambini che ogni anno rimangono vittime della cosiddetta “industria del sesso”.
“La lotta all’abuso e allo sfruttamento sessuale dei minori. L’attuazione della Convenzione di Lanzarote in Italia: esperienze applicative e problemi aperti” è il convegno che si è tenuto presso l’aula magna del dipartimento di Giurisprudenza.
L’incontro, oltre a sottolineare la collaborazione tra il dipartimento universitario di Giurisprudenza e l’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza, si svolge nel contesto della Giornata Europea per la protezione dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali, promossa dallo stesso Consiglio d’Europa.
“L’obiettivo è rafforzare il livello di tutela dei bambini e dei ragazzi – ha spiegato Filomena Albano, garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza –: diffondere la conoscenza, monitorare e vigilare i compiti operativi delle amministrazioni dello Stato e stimolare la partecipazione dei ragazzi alla vita democratica del nostro Paese. Inoltre, in questo momento storico, particolare attenzione verrà posta nei confronti dei bambini e dei ragazzi migranti”.
L’incontro ha avuto inizio con i saluti istituzionali del direttore del dipartimento di Giurisprudenza di Ferrara Giovanni De Cristofaro, Sandra Zampa, vicepresidente della commissione bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza e Luigi Fadiga, garante per la regione Emilia Romagna.
Numerose le relazioni approfondite: Tiziana Zannini, coordinatrice del servizio affari generali e sociali, Gloria Soavi, presidente del Cismai–coordinamento italiano contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia, Pietro Franzina, professore di diritto internazionale nell’Università di Ferrara, Costanza Bernasconi, professore di diritto penale e Daniele Negri, professore di procedura penale.
“Questo fenomeno – ha concluso Filomena Albano – ha una grande parte tutt’ora sommersa. Tra i primi interventi richiesti vi è la ricostituzione dell’osservatorio atto a contrastare pedo e pornografia attraverso un piano nazionale per mantenere alti e accesi i riflettori sulle violazioni all’infanzia, violazioni di gravità estrema”.
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