Cento
19 Novembre 2016
Sono ripresi gli incontri culturali al cinema don Zucchini

Il caso Regeni un faro internazionale

di Redazione | 2 min

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Cento. Sono ripresi gli incontri culturali al cinema don Zucchini: a inaugurare il nuovo ciclo, la conferenza a titolo ‘All’ombra delle piramidi’, organizzata da Amnesty international e dall’associazione Il caffé geopolotico.

Ed ha ripercorso la storia di Giulio Regeni la responsabile del gruppo centese di Amnesty 196 Marina Govoni: “La campagna che chiede verità per Giulio Regeni è nata inizialmente per il suo caso specifico, ma vuole essere un faro, un riflettore di denuncia per tutti i casi analoghi di militanti e civili che in Egitto subiscono violazioni dei diritti umani da parte dell’agenzia di sicurezza nazionale”.

Nello specifico, dopo il richiamo dell’ambasciatore italiano dall’Egitto, Amnesty chiede al governo “di mantenere la posizione attuale”; ma anche “diverse sanzioni economiche, tra cui la sospensione del trasferimento d’armi e dichiarare il Paese non sicuro per gli italiani”. Amnesty si appella anche all’articolo 30 della convenzione delle Nazioni unite del 1984, di cui sia Italia che Egitto fanno parte, che prevede che, “in caso di controversia alla convenzione, ogni stato parte possa promuovere un negoziato e in ultima istanza un ricorso alla Corte internazionale di giustizia”. Inoltre, “la Procura di Roma ha aperto ed erogato per via diplomatica un’indagine a livello internazionale”.

I problemi principali, ha sottolineato Marina Govoni, “sono l’assenza di prove e la mancanza di collaborazione da parte delle autorità giudiziare egiziane, le quali hanno messo in atto un vero e proprio gioco di rimpallo e depistaggio”. Ma non mancano le coincidenze allarmanti, tra cui “la data della scomparsa, quinto anniversario delle rivolte egiziane, l’assegnazione iniziale dell’indagine a un funzionario già processato per casi di tortura, i metodi di tortura applicati che coincidono con quelli della polizia egiziana, e la morte in circostanze simili di due attivisti egiziani”.

A fornire un quadro più completo dell’Egitto contemporaneo, da piazza Tahrir al caso Regeni, Lorenzo Nannetti, responsabile scientifico de “Il caffè geopolitico”, ricercatore presso il Comitato atlantico italiano e collaboratore con Wikistrat: “I problemi che hanno innescato le rivolte in piazza Tahrir sono ancora attuali, Mubarak solo un capro espiatorio: il nuovo presidente Mohamed Morsi ora sa bene cosa può fare il popolo e farà di tutto per soffocare i germi della rivolta, anche torturare chi protesta. Dall’altra parte, il popolo stesso preferisce un governo che sacrifica i loro diritti in cambio di un po’ di stabilità e di calma”.

Ma alla campagna di Amnesty international “hanno aderito in moltissimi, anche oltre i confini italiani, addirittura al Cairo – ha concluso Marina Govoni. – Non lasceremo solo e al buio nessuno”.

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