Politica
14 Novembre 2016
L’ex leader Ds: “L'Europa è a un bivio, serve rilancio contro spinte populiste”

Fassino: “Referendum come la Brexit”

di Redazione | 3 min

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(foto di Alessandro Castaldi)

di Mattia Vallieri

“Il 5 dicembre la vita continua, ma bisogna sapere in quale contesto perché oggi anche l’America non è più la stessa di un mese fa”. È un Piero Fassino che va all’attacco quello che si presenta a Ferrara, al Ridotto del Teatro Comunale, all’incontro ‘La sinistra per il sì’: “Questo referendum non è solo un fatto italiano come dice anche oggi Bersani, ma ha valore su scala internazionale – afferma l’ex segretario Ds -. Un direttore di una banca mi ha detto che è tutto fermo in attesa dei risultati del 4 dicembre, non è vero che non cambia nulla anzi questo referendum ha la stessa importanza della Brexit”.

Analizzando i motivi del Sì Fassino parte dal passato: “la proposta di togliere il bicameralismo perfetto è nella storia della sinistra fin da quando io ero segretario dei Ds e poi è stato reiterato nel programma dell’Ulivo con Prodi – chiosa l’ex presidente Anci -. Ricordo anche che Berlinguer rispose positivamente all’invito di La Malfa che chiedeva il superamento delle provincie dicendo che il Pci era pronto a questo processo”.

All’ex sindaco di Torino proprio non va giù la posizione di una parte della sinistra che si è espressa contro la riforma: “tutte queste proposte sono figlie della nostra storia progressista e riformista per questo non capisco chi dice che la sinistra non può che votare No al referendum”.

“La scelta della concorrenza competente tra stato e regioni si è rivelata sbagliata e i primi a chiederci di rivedere questo sistema sono stati i nostri governatori” continua Fassino, prima di accusare i sostenitori del No sui rischi del combinato disposto riforma costituzionale e legge elettorale: “Il 4 dicembre voteremo Sì o No su modifiche ad alcuni articoli costituzionali, non è in discussione la legge elettorale. I comitati del No si sono inventati il problema per spostare l’oggetto su altre problematiche probabilmente perché i loro argomenti non sono così forti”.

È sulla legge elettorale che arriva l’apertura di Fassino: “Come Pd abbiamo già deciso sul nuovo Senato di accogliere la proposta di modifica arrivata da Chiti e troveremo un modo per fare eleggere i nuovi senatori direttamente ai cittadini – sostiene l’ex segretario Ds-. Sull’Italicum non capisco le critiche, nonostante ciò verrà modificata con turno unico e maggioranza alla coalizione, si sappia però che ci sarà una polverizzazione in tanti partiti politici e non ci si lamenti poi di un’eventuale governo di coalizione con Alfano”.

“Se vincerà il No non si può pensare che subito dopo si possa ridiscutere di un’altra riforma costituzionale, ne riparleremo tra 5 o 6 anni minimo” ribatte ancora l’ex ministro dei governi Amato e D’Alema, secondo il quale “l’obiettivo della riforma è accelerare il procedimento legislativo perché quando il tempo della politica è più lento di quello della società non va bene, ed un esempio è sicuramente la discussione in Parlamento sui migranti minorenni che arrivano non accompagnati. Inoltre è fondamentale dare rappresentatività a regioni e comuni, cosa che avverrà con il nuovo Senato a cui saranno affidate materie inerenti gli enti locali”.

In conclusione non è mancata una analisi sulla situazione politica internazionale: “L’Europa è a un bivio, deve essere capace di rilanciarsi contro le spinte populiste che giocano sulle paure della gente come ha fatto Trump – afferma Fassino -. A queste paure noi dobbiamo essere in grado di dare risposte senza guardare indietro, i cambiamenti vanno gestiti senza mettersi sulla difensiva che è anche la posizione di chi vota No”.

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