Economia e Lavoro
21 Ottobre 2016
L’ente gestisce in provincia circa 7mila alloggi popolari

Acer, un bilancio di sostenibilità per migliorare

di Redazione | 3 min

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acer bilanciodi Marcello Celeghini

Uno strumento innovativo per una maggiore trasparenza verso i cittadini e per capire i margini di miglioramento del servizio. In questo sta l’importanza del Bilancio di Sostenibilità 2014-2015 di Acer Ferrara presentato ieri mattina alla stampa in presenza dei sindaci della provincia. Dalle analisi emerge come Acer non sia più solo l’ente che si occupa di gestire gli alloggi popolari ma sia diventato un punto di riferimento a tutto campo per bisogni e necessità di una fetta sempre maggiore di popolazione prostrata dal perdurare della crisi economica.

Acer Ferrara con i suoi 55 dipendenti gestisce oltre settemila alloggi in tutta la provincia con un patrimonio immobiliare in regione secondo solo all’azienda di Bologna. Nel 2014 i ricavi dell’Ente sono stati di 13 milioni di euro, mentre nel 2015 la cifra si è attestata sui 12 milioni. Al contrario, invece, gli utili: nel 2014 l’avanzo è stato di 122mila euro, mentre lo scorso anno di 188mila euro per merito di maggiori trasferimenti della Regione. Le persone che abitano alloggi gestiti da Acer sono in provincia ben 13.347. La fascia di età più consistente è quella 19-65 anni che supera il 53% del totale, subito dopo si attesta la fascia degli over 65 con oltre il 30% del totale. La maggioranza dei nuclei famigliari che abitano alloggi Acer sono unipersonali o composti da due persone (ben 4226 nuclei).

Altro capitolo degno di nota, proprio perché denota la sempre maggiore difficoltà economica di molti nuclei familiari ferraresi,  è il tema morosità. “La gestione della morosità avviene su due canali paralleli -spiega il direttore di Acer Ferrara, Diego Carrara-, distinguiamo chi non paga il canone perché non vuole pagare, in questo caso entro otto mesi circa attraverso un procedimento giudiziario possiamo recuperare la somma, se invece il canone non viene pagato per cause non imputabili all’assegnatario,  come ad esempio la perdita del lavoro, si procede ad una dilazione in alcuni anni della somma dovuta e ci si attiva assieme ai servizi sociali per risolvere il disagio di quel nucleo familiare. In tre anni in media riusciamo a recuperare le somme dovute”.

Gli investimenti di Acer possono essere, in particolare in questo periodo di crisi nera, un volano di sviluppo per l’edilizia. “Con oltre 100 milioni di euro di investimento, Acer può davvero essere un prezioso aiuto per la ripresa del settore edile a Ferrara- spiega il presidente Daniele Palombo-. Assieme ai comuni ci stiamo occupando di rendere più belle e più vivibili molte aree urbane della nostra provincia, come nel caso del quartiere Barco a Ferrara, della zona di Piazzale Roma a Comacchio o della ex stazione di Cento. La tendenza degli ultimi anni è, infatti, quella di ristrutturare e rigenerare l’esistente prima di andare a costruire ex novo nuovi alloggi”.

Importante è il rapporto tra Acer Ferrara e i comuni della provincia che, attraverso i rappresentanti presenti in conferenza stampa, si dicono soddisfatti del lavoro portato avanti da Acer. “Il Bilancio di Sostenibilità- sottolinea Chiara Sapigni, assessore alla Politiche Sociali del Comune di Ferrara- è uno strumento che, pur non essendo obbligatorio, mostra la grande trasparenza con cui Acer svolge il proprio compito. Ci sarebbe necessità di più risorse da poter disporre poiché la domanda abitativa da soddisfare è sempre maggiore”. Stessi apprezzamenti anche da parte dei primi cittadini di Ostellato, Andrea Marchi, e Vigarano Mainarda,  Barbara Paron,  che si dicono “contenti della veste moderna con cui Acer svolge il proprio compito, non più solo come Ente che gestisce case ma come punto di riferimento per i cittadini in difficoltà”. Soddisfazione espressa anche dal primo cittadino di Comacchio,  Marco Fabbri, che però non manca di suggerire miglioramenti. “Piena soddisfazione nell’operare con Acer Ferrara, azienda all’avanguardia in regione. I problemi non mancano però,  ad esempio occorrerebbero maggiori risorse da parte dello stato, altrimenti si rischiano emergenze. Un altro margine di miglioramento lo si può ottenere cercando sempre più di creare una rete del sociale, tra Acer, Asp e Case della Salute”.

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