Il capogruppo regionale della Ln, Alan Fabbri, chiede di vederci chiaro, in merito alla riduzione del servizio dialisi nel presidio di Copparo denunciata dal sindacato Fials: “Una riduzione di tre turni pomeridiani di sedute dialitiche, che la Fials provinciale assicura non essere stati inseriti a suo tempo nel Piano aziendale di chiusure estive”. Fatto sta che, rispetto all’apertura su doppio turno sei giorni la settimana, come prevede il servizio a regime, la riduzione introdotta durante l’estate si è fatta immediatamente sentire. Come le proteste dei cittadini, allarmati che questa misura introdotta “temporaneamente” possa diventare sistematica.

“Riteniamo grave – incalza Fabbri – che le misure in questione non siano state presentate alle rappresentanze sindacali, così come il silenzio che ha accompagnato questa riduzione. Inoltre, vorremmo capire quali conseguenze stiano producendo, a cascata, i turni soppressi a Copparo, sul territorio provinciale, sia per le unità lavorative coinvolte, sia per i cittadini che si sono visti ridurre senza preavviso questo servizio di fondamentale utilità”. Alan Fabbri si unisce al disappunto espresso da Fials anche relativamente agli annunciati servizi dell’ospedale “San Giuseppe” di Copparo, per il quale erano previsti nuovi servizi, votati in Conferenza sociosanitaria nel 2013 e in partenza nell’anno in corso: come, ad esempio, i dieci posti letto dell’hospice, ed il promesso potenziamento dell’attività specialistica e riabilitativa. Annunci che contrastano, per dire, con la migrazione passiva verso altri poli specialistici.

“Copparo è un presidio di riferimento per un territorio vasto – conclude Fabbri – che comprende centri quali Formignana, Jolanda di Savoia, Berra, Ro e Tresigallo. Occorre che l’assessore regionale alla Sanità, Sergio Venturi, e l’Azienda Usl chiariscano quali sono i programmi per questo presidio sanitario, ed i motivi per i quali – senza preavviso – vi è stata questa riduzione del servizio di dialisi. Regione e Ausl spieghino se questa misura sia da inquadrare in una riorganizzazione provinciale del servizio”.