Si tratta di una provincia antica, storicamente legata a Ferrara fin dal Rinascimento, quando Federico da Montefeltro ricopriva l’incarico di capo delle milizie estensi, abitando nell’appartamento che guarda il Giardino delle Duchesse, a Palazzo Ducale ora sede del municipio di Ferrara. Il Duca di Montefeltro lo si può ammirare oggi agli Uffizi di Firenze, nel ritratto dipinto da Piero della Francesca.
Da allora molte affinità legano la pianura a questo territorio di boschi e montagne, che incrocia 3 regioni: la Romagna, le Marche e la Toscana, dove i silenzi e l’armonia regolano il rapporto tra l’abitato e la campagna, proprio come a Ferrara. Affinità che diventano coincidenze se si pensa che S. Leo, patrono del Moltefeltro, è custodito a Voghenza, che quest’anno ha festeggiato i 1000 anni dell’arrivo del sarcofago con il santo al seguito del’imperatore Federico II. Coincidenze più recenti hanno portato a Ferrara il battagliero vescovo del Montefeltro Monsignore Luigi Negri, mentre nel Montefeltro è stato nominato vescovo un ferrarese doc.
Ma è la gastronomia del Montefeltro che si fa notare per alcuni suoi prodotti unici, quali il tartufo bianco di S. Agata Feltria, oltre ai piatti tipici come le tagliatelle con fagioli e tartufo, le patate al lardo, il prosciutto aromatizzato, il dolce bostrengo detto spazza credenza.
Così l’archibirraio Feggi, invitato al borgo medioevale di Petrella Guidi ha proposto le birre artigianali dei diamanti in abbinamento con la gastronomia del Montefeltro, area che sta alla partenza del Percorso enogastronomico dell’Appennino emiliano-romagnolo di chef to chef, chiamato l’alta via dei parchi, nel progetto di valorizzazione degli chef stellati e dei sapori tradizionali della regione.
Per la festa di Ferragosto nella location dell’esclusivo Petrella Historical Hideadway, il Lodge di charme a 5 stelle, l’archibirraio ha colto l’occasione per proporre agli ospiti, sotto la pergola d’uva illuminata dalle vecchie lanterne a candela la sua Lady Wave in abbinamento con i crostini di pane fatto col grano del Mulino ad acqua di Ponte Messa, farciti di melanzane affumicate di Novafeltria o con il prosciutto naturale della Norcineria Celli, azienda montefeltrina di prodotti naturali a km zero, conservati sotto la cenere e provenienti da allevamenti silvo pastorali propri . La Hercole 1°, birra Saison birrificata col grano biologico di Argenta, è stata abbinata alla minestra di fagioli e cotiche ed ai formaggi stagionati sotto le foglie di castagno in barrique di coccio, mentre gli involtini di verza con riso venere e ripieni di carni aromatizzate è stata accoppiata alla rossa Lady Ale.
Le camere del Lodge si trovano nel cuore dell’antico borgo medioevale di Petrella Guidi e sono destinate ad un unico gruppo di ospiti spesso stranieri, ma svolgono anche da buen retiro della famiglia di Gala Falileva Trento, ingegnere kazako laureata alla Università Mendeleev di Mosca, con la passione per l’arte e la cucina italiana, che richiamando uno stile di vita semplice ma raffinato ha creato un autentico luogo dell’anima, dove il piacere della convivialità si fonde con la gioia di vivere. La cornice del Petrella Historical Hideadway è di grande suggestione, trattandosi di un complesso architettonico che è arrivato a noi integro dall’anno 1000, composto da 4 case costruite in pietra grigia locale, frutto di un lavoro di restauro rigorosamente conservativo, quasi maniacale svolto con il marito bolognese, che comprende anche la piscina incastonata nella roccia e con vista sulla valle del Marecchia, la sala fitness ed uno spazio cinema con un repertorio di pellicole di vera bellezza .
Oggi il Lodge , abbarbicato ai piedi della rocca, è offerto al mercato del turismo culturale ed enogastronomico per l’indubitabile fascino che emana in ogni particolare. Il Montefeltro dunque diventa il centro della “liaison” con birra dei diamanti in una sorta di gemellaggio di sapori naturali ed autentici, che partendo dalla montagna traccia la strada virtuale che la unisce a Ferrara definita a ragione “terroir de gastronomie”, dove tradizione alimentare ed innovazione avvicinano territori lontani, ma che appartengono alle stesse radici culturali.
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