Attualità
27 Luglio 2016
Il vescovo di Ferrara, da Cracovia dove si tiene la Giornata mondiale della gioventù: “Padre Jacques un martire”

Attentato di Rouen. Negri: Più cristiani uccisi ora che al tempo delle persecuzioni

di Redazione | 2 min

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unnamed (11)Jacques Hamel è un “martire di Cristo”. Il vescovo di Ferrara Luigi Negri invia alla Nuova Bussola quotidiana una riflessione sull’attentato di Rouen, in Normandia, dove il sacerdote Jacques Hamel è stato sgozzato da due terroristi dell’Isis, che hanno anche ferito gravemente tre persone, prese in ostaggio durante la messa nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray.

Quello di Rouen è uno degli ormai tanti momenti “la cui terribilità diventerà quotidiana” secondo Negri, in questi giorni a Cracovia per la giornata mondiale della gioventù. “Il nostro pensiero, il nostro cuore e la nostra ragione accompagnano questo strenuo difensore della Chiesa, questo servo appassionato del Signore fino a un’età così tarda, quest’uomo di Dio che con il suo sacrificio ha sovrastato l’orribile violenza che è stata perpetrata su di lui”.

Ma, anche se brutalmente ucciso, padre Jacques è il vero vincitore: “come il Signore Gesù Cristo, che gli ha concesso il grande dono di poter partecipare anche fisicamente alla sua Passione e Morte, come il Signore è stato il vero grande vincitore in questa vicenda. Perché questi figli delle tenebre che scorrazzano per il mondo civile, che rendono così precaria la nostra esistenza, che fanno vivere i nostri popoli in una costante paura; questi figli delle tenebre hanno già perso la battaglia, come l’ha persa il loro comandante. Solo che la vittoria di Cristo, in Lui come nei suoi figli, si realizza attraverso il sacrificio”.

Il pensiero del vescovo si rivolge poi a tutte le nostre autorità, comprese quelle ecclesiastiche, per ricordare che “il numero dei martiri cristiani in questi ultimi decenni ha già superato il numero dei martiri dei primi tre secoli, quando la Chiesa era conosciuta come la Chiesa dei martiri (quelli “dei leoni e delle stragi”, come li definisce in un’intervista a Stefano Zurlo del “Giornale”, ndr). È un grande flusso di grazia, di vita buona di Dio che si diffonde nei nostri cuori e nelle nostre coscienze”.

Passando dal lato spirituale a quello temporale, però, Negri ritiene “doveroso chiederci tutti se questa situazione in cui ci troviamo a vivere non sia stata fin troppo favorita da equivocità di posizioni teoriche, da equivocità di posizioni morali; e soprattutto da una prudenza che non era evangelica, ma solo il tentativo di dare cittadinanza o dignità alla cosa più terribile che un cristiano possa vivere come tentazione: quella di aver paura di Dio”.

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