Eventi e cultura
27 Luglio 2016
L'iniziativa di solidarietà si terrà giovedì 28 luglio all'agriturismo La Spagnolina a Porporana

“Cucina che accoglie”, cene multietniche per avvicinare abitanti e richiedenti asilo

di Redazione | 3 min

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cucina.jpg.100x100_q85Nuovo appuntamento – giovedì 28 luglio dalle 19 alla casa di accoglienza agriturismo La Spagnolina (via Saccona 33 a Porporana) – con l’iniziativa “Cucina che accoglie”, serie di cene multietniche aperte a tutta la cittadinanza. I richiedenti asilo e rifugiati accolti nella struttura di Porporana offriranno alla comunità una cena a buffet con ricette della tradizione dei loro Paesi di provenienza, dando vita ad un’occasione per conoscersi attraverso la condivisione del cibo e delle storie. La partecipazione è gratuita e tutta la cittadinanza, le associazioni, le istituzioni e coloro che hanno a cuore i temi dell’accoglienza, sono invitati a questo momento di condivisione del cibo e delle reciproche esperienze di vita.

L’iniziativa è ideata dal tavolo “Ferrara che accoglie” nato nel settembre scorso a seguito della marcia delle donne e degli uomini scalzi, e che riunisce cittadini, associazioni, cooperative e il Comune di Ferrara per promuovere e supportare la partecipazione attiva della comunità all’integrazione sul territorio di persone costrette ad abbandonare i paesi di provenienza a causa di guerre e persecuzioni. Il prossimo incontro di “Cucina che accoglie” sarà il 4 agosto alla mensa dell’associazione Viale K alla Rivana (a Ferrara, entrata da via Wagner).

Dal documento di lancio della marcia delle donne e degli uomini scalzi: “E’ arrivato il momento di decidere da che parte stare. E’ vero che non ci sono soluzioni semplici e che ogni cosa in questo mondo è sempre più complessa. Ma per affrontare i cambiamenti epocali della storia è necessario avere una posizione, sapere quali sono le priorità per poter prendere delle scelte. Noi stiamo dalla parte delle donne e degli uomini scalzi. Di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere. E’ difficile poterlo capire se non hai mai dovuto viverlo.

Ma la migrazione assoluta richiede esattamente questo: spogliarsi completamente della propria identità per poter sperare di trovarne un’altra. Abbandonare tutto, mettere il proprio corpo e quello dei tuoi figli dentro a una barca, un tir, un tunnel e sperare che arrivi integro al di là, in un ignoto che ti respinge, ma di cui tu hai bisogno. Sono questi gli uomini scalzi del xxi secolo e noi stiamo con loro. Le loro ragioni possono essere coperte da decine di infamie, paure, minacce, ma è incivile e disumano non ascoltarle. La marcia delle donne e degli uomini scalzi parte da queste ragioni e inizia un lungo cammino di civiltà.

E’ l’inizio di un percorso di cambiamento che chiede a tutti gli uomini e le donne del mondo globale di capire che non è in alcun modo accettabile fermare e respingere chi è vittima di ingiustizie militari, religiose o economiche che siano. Non è pensabile fermare chi scappa dalle ingiustizie, al contrario aiutarli significa lottare contro quelle ingiustizie. Dare asilo a chi scappa dalle guerre, significa ripudiare la guerra e costruire la pace. Dare rifugio a chi scappa dalle discriminazioni religiose, etniche o di genere, significa lottare per i diritti e le libertà di tutte e tutti. Dare accoglienza a chi fugge dalla povertà, significa non accettare le sempre crescenti disuguaglianze economiche e promuovere una maggiore redistribuzione di ricchezze”.

E’ possibile aderire al tavolo “Ferrara che accoglie” scrivendo una mail all’indirizzo ferraracheaccoglie@gmail.com. E’ gradita la prenotazione alla mail: cenetniche@gmail.com.

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