Lettere al Direttore
12 Luglio 2016

“La sanità ferrarese andrebbe commissariata”

di Redazione | 3 min

Oggi, martedì 12/07/2016, la Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria discuterà i bilanci di previsione 2016 delle due aziende sanitarie ferraresi. La riorganizzazione della sanità ferrarese, avvenuta in questi anni, è il frutto dell’applicazione del Piano Strategico approvato dalla Conferenza Territoriale nel 2013.

L’adozione del Piano, che teneva conto dell’allora elevato costo sanitario strutturale della Provincia (nel 2011 era circa 1970,44 Euro pro capite, superiore di circa 120 Euro rispetto alla media regionale), si rendeva necessario data l’assoluta consistenza del disallineamento e richiedeva appunto un nuovo assetto organizzativo provinciale in grado di allinearsi al costo pro capite medio regionale. Ormai giunti al termine del periodo di applicazione del Piano Strategico, ci si può fermare un attimo a riflettere se gli obiettivi sono stati raggiunti.

Incominciamo a leggere i dati. Nel 2012 il costo sanitario ferrarese (asl territoriale più azienda ospedaliera universitaria) è 1982,80 Euro; nel 2013 il costo pro capite ferrarese secondo alcuni è 1983,09 secondo altri è 1984,85 Euro; nel 2014 il costo sanitario pro capite è 1989,14 Euro. Come si evince, siamo sempre i più costosi della regione nonostante il Piano Strategico. Ma che dire del disallineamento rispetto alla media regionale? Nel 2011, come si diceva, è circa 120 Euro pro capite. Nel 2012 sale a 136,74 Euro. Nel 2013 secondo alcuni consiste in 172,82 Euro, secondo altri, addirittura, in 174,58 Euro. Fortuna vuole che la media regionale nel 2014 aumenta, per cui il disallineamento si colloca “solo” a 166,02 Euro.

Da questi elementi le aziende sanitarie quali conclusioni traggono? Traggono la necessità di una programmazione (il Piano delle Performance 2016-2018) che crei un assetto organizzativo, produttivo ed erogativo (integrato tra le due aziende) in grado di allinearsi al costo pro capite medio regionale e capace di trattenere e fidelizzare i cittadini ferraresi.  Siamo tornati alla situazione di partenza del 2013!  Se nel 2012 si asserisce che gli eventi sismici avevano determinato un peggioramento della mobilità passiva, il 2013 e il 2014 confermano la mobilità passiva degli utenti verso il Veneto.

I dati disponibili del 2015 confermano l’incremento della mobilità passiva extra regionale in particolare verso il Veneto. Quindi anche l’obiettivo di eliminare il trend di fuga degli utenti ferraresi fuori provincia non è stato raggiunto; ecco perchè viene riproposto. La riduzione dei tempi di attesa degli esami e delle visite specialistiche è stato ottenuto mediante l’introduzione di un piano straordinario regionale oneroso; ma occorre anche abbattere i tempi di attesa degli interventi chirurgici se si vuole fidelizzare l’utenza, attraendo anche i pazienti dalle province limitrofe. Sinceramente non è dato sapere come opereranno concretamente le due aziende in questo campo. La sanità ferrarese, con i fondi regionali di riequilibrio, dal 2012 ha raggiunto il pareggio di bilancio ma non è in situazione di sostenibilità economico-finanziaria. Finora si sono depauperizzate le strutture di Comacchio e di Copparo e si è intervenuti sull’organizzazione ma non sull’efficienza delle rimanenti strutture. Purtroppo, per garantire la sostenibilità, anche queste ultime dovranno essere “toccate”. Avranno il coraggio di farlo gli attuali amministratori della sanità ferrarese? Avranno il coraggio di affermare che due aziende sanitarie (con due ospedali nuovi e costosi), sono troppe in questa provincia? Avranno il coraggio di proporre se non la loro fusione, almeno la fusione dell’azienda territoriale con l’asl Romagna non con Bologna-Imola?

Ho i miei dubbi, visto come è andata la programmazione dal 2013 ad oggi. E’ per questi motivi che la sanità ferrarese andrebbe commissariata!

Giovanni Gelli, coordinatore di CittadinanzAttiva della provincia di Ferrara

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