di Silvia Franzoni
“Evidentemente, l’esercizio della democrazia sta facendo paura”: le premesse alla presentazione del prossimo evento organizzato dal Comitato Referendum Sociali non sono rosee. E Marzia Marchi non nasconde la sua preoccupazione in merito: “organizzare banchetti informativi è difficile – spiega l’ambientalista – non ci danno i permessi per altre zone che non siano la Piazza o i mercati rionali, ma vorremmo intercettare più gente possibile, nelle sagre ad esempio: noi non chiediamo voti, informiamo. Viene da dire che lo si faccia apposta”.
Dunque, mentre la raccolta firme per i sei quesiti referendari abrogativi e una petizione continua, nonostante le difficoltà, a ritmi serrati (“l’obiettivo per Ferrara è di 4000 firme su tutti i temi, siamo alla metà”), lo spazio del dibattito si sposta alla Sala della Musica per il ‘Referendum scaccia referendum!’, l’iniziativa in programma per la sera (ore 20.30) del 10 giugno.
“Abbiamo invitato i parlamentari ferraresi e i sindaci di Ferrara e Copparo – continua Marchi – per discutere del decreto Madia, che sta stravolgendo la volontà popolare, di fatto reintroducendo quello che era stato abrogato: cinque anni fa infatti la vittoria dei referendum sull’acqua è stato il più grande successo degli ultimi 20 anni, ma si sta rimettendo in discussione tutto”.
La promessa è quella “di punzecchiare molto i relatori – interviene Mauro Presini – e chiedere di esprimere posizioni: non c’è dibattito attorno a questi temi, stupisce davvero che non si facilitino gli incontri”. E a sedersi al tavolo degli ‘imputati’ saranno i parlamentari Vittorio Ferraresi (Ms5), Alessandro Bratti (Pd) e Maria Teresa Bertuzzi (Pd). Invitati anche i sindaci di Ferrara e Copparo – in ragione della natura privata delle due aziende Hera e Cadf Spa: per la città capoluogo, sarà presente l’assessore al Bilancio Luca Vaccari; “il sindaco di Copparo invece – sottolinea Marchi – non ci ha neanche degnato di una risposta e il fatto che si sottragga a questo confronto la dice lunga sulle possibilità di rendere il Cadf davvero pubblico”.
Non solo privatizzazione dell’acqua, però. “Chiederemo ai parlamentari se credono davvero – aggiunge Presini – che l’approvazione della legge 107 (la cosiddetta Buona Scuola, ndr) sia avvenuta correttamente: una legge indecente da leggere, un solo articolo e oltre 200 commi, che stravolge il mondo della scuola”. E alla scuola giunge un altro appello, quello alla partecipazione: “dicono spesso che noi giovani siamo i futuri cittadini – conclude Francesco Ganzaroli (Link-Coordinamento universitario) – ma siamo cittadini tutt’ora e dobbiamo allargare il nostro sguardo verso quei macro-temi che pensiamo lontanissimi ma che hanno ricadute nella quotidianità, dal diritto allo studio all’ambiente, dalle trivelle all’acqua pubblica”.
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