di Silvia Franzoni
L’Emporio Solidale ‘Il Mantello’ è “il primo vero tentativo della comunità ferrarese di modello collaborativo” per rispondere all’impoverimento, così lo presenta la presidente di Agire Sociale Laura Roncagli. “Un progetto nuovo”, rincara l’assessore alla Salute e Servizi alla persona Chiara Sapigni: “uno strumento collaudato a livello regionale e nazionale che a Ferrara, territorio fragile, assume caratteristiche particolari”.
Si sono visitati gli esempi virtuosi di Prato e Modena, si sono orientati – a partire dal 2013, con i 30.000 euro di finanziamenti del Comune stanziati nel biennio 2014-15 – gli sforzi verso una progetto strutturato, si sono dispiegati gli attori: sotto la regia degli enti pubblici (Comune e ASP – Servizio Sociale) c’è il mondo dell’associazionismo e del volontariato, la vera anima, coordinato da Agire Sociale. Ora la fase operativa è alle porte. C’è già una sede – via Mura di porta Po,9 – e una previsione d’apertura: autunno 2016. Ma cosa è ‘Il Mantello’?
“Non solo un market – spiega Francesco Colaiacovo, volontario Agire Sociale – ma un catalogo delle opportunità per la rigenerazione della persona presa in carico”: un punto di distribuzione gratuita di generi di prima necessità, sì, ma anche un luogo di sostegno, di orientamento rispetto al mondo del lavoro, di microcredito, di formazione, una rete che vuole farsi anche motivazionale. Una opportunità per affrontare in maniera dignitosa un periodo di difficoltà temporanea: “non si tratta infatti di un sistema assistenzialistico, ma dell’intercettare persone e famiglie prima che scivolino – sottolinea Patrizio Fergnani, assessorato Servizi alla persona – nella povertà cronicizzata”.
L’Emporio ferrarese è un modello non sostitutivo ma integrativo delle realtà storicamente impegnate nel contrasto alle povertà: il target dei beneficiari “non è quello di persone in condizione di povertà estrema, ma di impoverimento”, come si legge sul sito dedicato http://www.ilmantelloferrara.org/. La situazione di ‘difficoltà ancora recuperabile’ sarà certificata dal Servizio Sociale secondo un sistema classificatorio in continuo sviluppo: “priorità – spiega Sapigni – alle famiglie con minori, ma non in maniera esclusiva”. Si terranno conto di situazioni debitorie, sfratti, saranno definiti livelli minimi e massimi di reddito, ma, si sottolinea, “ragioneremo in corso d’opera”. L’accesso all’Emporio avverrà attraverso una tessera a punti che copre il fabbisogno alimentare del nucleo famigliare interessato: la limitazione temporale della tessera (da 6 a 18 mesi) permetterà “un vero e proprio percorso con valutazione sull’atteggiamento di proattività della persona presa a carico”.
Dovendo garantire questo ‘paniere fondamentale’, è fondamentale una rete stabile di risorse: così entrano in gioco le aziende del territorio alle quali si chiedono forme di collaborazione e sostengo. Il terreno è fertile: secondo dati Unioncamere, infatti, “il 93% delle imprese italiane è impegnata in almeno un’iniziativa di responsabilità sociale (CSR) e il 60% dei consumatori – interviene Paolo Govoni, presidente Cciaa Ferrara – è pronto a pagare di più per un prodotto di un’’impresa socialmente responsabile”. Alcune realtà hanno già aderito ‘a scatola chiusa’, ma si cercherà di ampliare la rete delle aziende che sostengono l’Emporio a partire dal lancio ufficiale del progetto, attraverso il convegno del 19 maggio. “Ci rivolgiamo a tutte le imprese, è una scommessa per tutta la città – conclude l’assessore Sapigni – il pubblico non ha tutte le risorse, ci serve la comunità”.
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