Attualità
8 Maggio 2016
Incontro su cittadinanza, lavoro e aspettative con i giovani stranieri di Ferrara

L’Italia sono anch’io. Parla la “generazione sospesa” degli immigrati

di Redazione | 3 min

Leggi anche

25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

Morì sul lavoro in Borgo Punta. Si attende l’udienza preliminare

Si attende la fissazione dell'udienza preliminare del processo per l'incidente mortale in cui perse la vita Miz Mohamed Fawzy Abdou, operaio edile 36enne di nazionalità egiziana, impegnato in un cantiere per la ristrutturazione col Superbonus 110% di un palazzo in via Borgo Punta, al civico 187

Sobbe (La Nena): “L’idrovia così com’è stata pensata non si farà mai”

"L'idrovia così com'è stata pensata non si farà mai, non sarà mai effettivamente funzionante e sfido chiunque a pensare che le navi di IV classe europee possano passare sotto il ponte di San Giorgio". A dirlo, durante la IV commissione presieduta da Tommaso Mantovani (M5S) è Georg Sobbe titolare de La Nena sas

foto 4 (1)di Carolina Fiorini

“L’Italia sono anch’io”, l’Italia sono anche loro, gli stranieri che da decenni vivono nel nostro Paese e che qui hanno deciso di costruire la loro vita e la loro famiglia. L’Italia è fatta anche, e sopratutto, dei figli di questi immigrati che nascono, studiano e diventano maggiorenni da “quasi” italiani.

Ma è quel “quasi” che ancora fa arrancare il nostro Paese che non dà spazio alle nuove generazioni lasciandole sospese tra un paese d’origine, col quale ormai non hanno più nessun legame, e il paese d’adozione, l’Italia per l’appunto, che fatica a riconoscerli e a concedere loro i diritti che meritano.

“L’Italia sono anch’io” è un appuntamento in cui i figli degli immigrati si raccontano mettendo allo scoperto le proprie esperienze reali di vita: ma è anche un’iniziativa d’informazione sulla riforma della legge di cittadinanza italiana per cittadini stranieri.

Organizzato dal comitato “L’Italia sono anch’io”, Occhio ai media – cittadini del mondo, Amnesty International, Arci, Cgil, Uil, Centro Donna Giustizia, Libera, Centro Intercultura, coop Camelot, Viale K e col patrocinio del Comune di Ferrara, hanno assistito undici classi dei licei ed istituti superiori di Ferrara, Portomaggiore ed Argenta.

La cittadinanza, e quindi l’esser cittadini, è un diritto. “Sono troppi i giovani nati o cresciuti in Italia che non hanno ancora la possibilità di veder scritto sul proprio documento “cittadinanza italiana” – denuncia l’europarlamentare Cecile Kyenge, intervistata dagli organizzatori–. Più di un milione di figli d’immigrati, nati in Italia, attende che gli sia riconosciuta la cittadinanza come diritto della persona. La cittadinanza è la constatazione di un fatto: chi nasce in Italia si sente italiano”. L’Italia potrebbe essere, secondo l’europarlamentare, “tra i Paesi più avanzati ed inclusivi, non tra quelli che escludono”.

La denuncia parte da diversi fronti: politica, associazionismo e dalle ultime generazioni. In prima linea infatti, sono presenti i ragazzi di “occhio ai media”, studenti che raccontano le proprie esperienze. Senza la cittadinanza italiana è impossibile viaggiare all’estero: diventa difficile organizzare gite scolastiche ed impossibile partecipare a progetti di studio in un Paese europeo.

Il nodo burocratico si basa sulla distinzione tra “ius sanguinis”, il riconoscimento della linea sanguigna (se sei figlio di immigrati tunisini sei tunisino, anche se nato in Italia) e “ius soli” nonché l’appartenenza al territorio in cui si nasce, riconoscimento che in Italia non c’è ancora. Affinché l’appartenenza al territorio venga riconosciuta l’iter burocratico è infinito, pieno di cavilli ed estremamente costoso.

Esemplare è la storia di tre africani che viaggiano verso un altro paese. Canada, Italia e Belgio sono le tre destinazioni scelte. L’africano in Canada ottiene la cittadinanza dopo appena tre anni, l’africano in Belgio ha il diritto allo studio per divenire cittadino attivo e formato, ottenendo la cittadinanza dopo cinque anni. Ibrahim invece, che testimonia la realtà italiana, a distanza di più di dieci anni ancora non l’ha ottenuta. I Paesi europei che “facilitano l’ottenimento della cittadinanza sono industrialmente, economicamente e politicamente più potenti dell’Italia – sostiene Ibrahim –; l’immigrato non rallenta un Paese, al contrario: lo arricchisce”.

Buon esempio, ed auspicio per il nostro Paese, è Londra che col 56,8% dei voti ha eletto sindaco Sadiq Khan, musulmano del Pakistan. “Per chi ama la democrazia questo è un traguardo – afferma il vicepresidente arci Filippo Miraglia –, e deve servire da esempio per il Paese per ottenere questo risultato a livello politico e la totale uguaglianza a livello civico e sociale”.

Tahar Lamri, giornalista e scrittore, ha moderato l’incontro in cui sono intervenuti Andrea Ronchi e Mirto Bassoli, avvocato e segretario regionale Cgil Emilia Romagna, Sead Dobreva, attivista dei diritti rom, il segretario nazionale Uil Guglielmo Loy e il vicepresidente arci Filippo Miraglia.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com