Economia e Lavoro
29 Marzo 2016
Anche a Ferrara la mobilitazione nazionale sul tema. Corteo previsto per il 2 aprile

Pensioni, Cgil Cisl e Uil: “Si rischia la frattura generazionale”

di Redazione | 3 min

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pensioni sindacati pensionatidi Silvia Franzoni

“Così non va”. È da questo grido che nasce il rilancio a livello nazionale del tema pensioni e che sfocerà, il 2 aprile, in una serie di cortei e presidi organizzate da Cgil, Cisl e Uil in cento piazze d’Italia.  Anche a Ferrara. Ma “pensione non è soltanto pensionato”:  il motto di Massimo Zanirato, segretario generale Uil, mette subito l’accento sull’importanza di un tema che coinvolge l’intera società, e i giovani soprattutto.

Presentata questa mattina in conferenza stampa, l’iniziativa nel ferrarese si declinerà in un corteo con concentramento in piazza Travaglio (ore 9.30) e arrivo in Piazzetta San Niccolò: “questo vuole essere l’inizio di un percorso nazionale che indichi direttive precise al governo”, spiega il segretario provinciale Cgil Cristiano Zagatti. La vertenza di ‘Cambiare le pensioni, dare lavoro ai giovani’ – questo il titolo della manifestazione – si declina in più punti, e ruota attorno al significato primo di sistema previdenziale, “che dovrebbe essere – continua Zagatti – un supporto idoneo e dignitoso dell’individuo fino al suo decesso”.

Dopo “la più gigantesca operazione di cassa fatta sul sistema previdenziale italiano”, quale è la legge Monti-Fornero, dopo “vent’anni di governi che ci han messo mano”, ora “che siamo di fronte al più formidabile dei governi in quanto a panzane”, proprio ora c’è bisogno di un intervento strutturale di riforma capace di comprendere elementi correttivi sul funzionamento del sistema contributivo: lo evidenzia Paolo Baiamonte, segretario provinciale Cisl, “per restituire una parte delle risorse ai lavoratori – continua – per dare una certezza di futuro ai giovani”.

La mobilitazione nazionale vuole parlare di gestione separata Inps e della necessità di una risposta definitiva per completare “le salvaguardie dei lavoratori esodati – continua – che non sono più ricollocabili né possono andare in pensione”; vuole proporre una ricongiunzione non più onerosa dei contributi previdenziali maturati in gestioni diverse e non vuole accettare “l’idea che l’accesso anticipato al pensionamento determini il ricalcolo complessivo con metodo contributivo”.

Si vuole denunciare anche l’imperante “aspetto maschilista” del nostro Paese a cui consegue l’erogazione, a parità di mansione, di retribuzioni nettamente inferiori per le donne –  “non si tiene sufficientemente conto del ruolo svolto dalle donne nel lavoro di cura”, come denuncia Zagatti – e si chiede a gran voce di tornare ad una rivalutazione annuale delle pensioni nonché ad un allineamento alle regole europee di tassazione, “perché quella italiana è doppia rispetto alla media”.

Il rischio delle continue insidie al sistema previdenziale, concludono i relatori ricordando l’appuntamento del 2 aprile, è quello di una frattura generazionale: “vorrei partissimo da una domanda, quella che si potrebbero fare i giovani messi di fronte al sistema così come è oggi: perché devo sborsare dei soldi se non ho neppure la possibilità di andare in pensione?”.

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