Economia e Lavoro
14 Febbraio 2016
Dibattito in Sala Estense e soluzione univoca: riacquisire la sovranità monetaria

Crisi, per il “Gruppo Cittadini Economia” l’unica soluzione è uscire dall’euro

di Redazione | 3 min

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20160210_210129di Mattia Vallieri

Forte coesione tra gli ospiti del dibattito, proposto alla Sala Estense dal Gruppo Cittadini Economia di Ferrara, sul tema della crisi economica e della sicurezza delle nostre banche, che ha visto come punto fermo in tutti gli interventi la necessità per l’Italia di uscire dall’Euro e riconquistare una propria sovranità monetaria, politica ed economica.

“Solo il 10% della moneta finisce nell’economia reale” introduce la serata Fabio Conditi del Gruppo Cittadini Economia, spiegando che “il flusso di denaro passa appunto dall’economia reale (della quale fanno parte circa il 99% della popolazione) ai mercati finanziari (il restante 1% della popolazione), creando in questo modo una sempre maggiore diseguaglianza nel sistema”. Sul tema banche e risparmi non esenta critiche allo Stato il relatore del Gruppo Cittadini Economia affermando che “non viene più tutelato il credito ed il risparmio dal nostro Stato, nonostante la presenza del articolo 47 della Costituzione; è necessario riprendersi a questo proposito la sovranità monetaria”.

A dare manforte alla voce critica ci pensa poi l’avvocato Marco Mori che ricorda come “l’unione bancaria abbia disattivato ogni tipo di garanzia di controllo dello Stato sulla tutela del risparmio ed è per questo motivo che dall’entrata in vigore della normativa (gennaio 2016) stiamo assistendo ad un crollo dei titoli del sistema bancario: manca la fiducia dei cittadini verso la banca” afferma l’avvocato. Le accuse all’unione bancaria di Mori continuano e toccano le modalità di risoluzione delle crisi bancarie che “ha visto ribaltato il paradigma: oggi si obbliga a pagare i problemi delle banche a clienti e popolazioni e per ultimo ai mercati finanziari artefici di queste crisi”.

“Il potere economico lasciato libero senza controllo statale si ingigantisce, schiacciando la politica e la democrazia” continua Mori, ricordando che in questa situazione “non possiamo più fare nulla se non riprenderci la sovranità che abbiamo lasciato”.
Per l’economista e consulente Giovanni Zibordi “la crisi delle banche porterà una stretta sui crediti e sui prestiti che rischierà di portarci in recessione”, sostenendo anche lui la tesi della “assoluta necessità di uscire dalla zona euro riprendendoci l’autonomia e ritornando a produrre liquidità per il sistema, come abbiamo sempre fatto prima della moneta unica, periodo in cui si stava certamente meglio di ora”.

“Se fossimo liberi, come ad esempio il Regno Unito, non esisterebbe un problema banche” sentenzia Zibordi, concludendo che “quello a cui stiamo assistendo è un meccanismo che stritolerà piano piano l’Italia”.

La chiusura è dedicata al decreto salva banche su cui, per entrambi i relatori, vi è stata una scelta politica ben precisa e l’avvocato Mori lancia un appello-sfida: “mi piacerebbe vedere una causa civile contro lo Stato per aver violato l’articolo 47 della Costituzione; sarà difficile farla passare a meno che non siano in tanti a proporla”.

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