5 Dicembre 2015
Secondo l'agenzia nazionale Enea l'innalzamento dei mari dovuto al riscaldamento climatico potrebbe sommergere la città estense

Tra cento anni Ferrara come Atlantide

di Redazione | 2 min
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Ferrara, Ravenna e Venezia nella principale area a rischio secondo lo studio Enea

Mezzogiorno a rischio desertificazione, clima mediterraneo in Europa Settentrionale, calamità naturali e periodi di siccità sempre più frequenti con il passare degli anni. Decisamente non è un scenario confortante quello che emerge dal nuovo studio Enea (l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), realizzato dal laboratorio di modellistica climatica e impatti coordinato da Gianmaria Sannino e pubblicato su Nature Scientific Reports. Secondo Enea infatti il surriscaldamento del pianeta rappresenta un rischio tutt’altro che secondario, che nel corso di questo secolo potrebbe avere veri effetti catastrofici in nazioni come Italia, Grecia, Spagna e Turchia. Basti pensare – per restare nell’ambito locale – che tra cento anni Ferrara potrebbe ritrovarsi sommersa dal mar Adriatico.

La città Estense, insieme a Ravenna e Venezia, rientra infatti nella più estesa delle 33 aree “ad alta vulnerabilità” indicate dalle proiezioni dello studio, assieme a località come  il golfo di Cagliari e quello di Oristano, l’area circostante il Mar Piccolo di Taranto, la foce del Tevere, la Versilia, le saline di Trapani e la piana di Catania.

33PianeCostiere-newL’unico possibile rimedio a questa tendenza, secondo l’agenzia, sta nella prevenzione: “Un sistematico di monitoraggio con mareografi e satelliti ed un’attenta programmazione delle attività antropiche che insistono sulle coste – sottolineano i ricercatori Enea – potrebbero essere di grande aiuto per prepararsi agli scenari futuri”. Da questi studi emerge inoltre che l’Italia sarà soggetta ad un incremento della frequenza degli eventi estremi, come ad esempio alluvioni nella stagione invernale e periodi prolungati di siccità, incendi, ondate di calore e scarsità di risorse idriche nei mesi estivi.

E mentre il Sud Italia rischia di avere un clima nordafricano, il Nord Europa tenderà a “mediterraneizzarsi”, in particolare Europa nord-occidentale, Gran Bretagna e Scandinavia avranno estati molto più secche ed inverni più piovosi rispetto ad oggi. Le proiezioni realizzate attraverso i modelli climatici mostrano che le aree mediterranee si espanderanno anche verso le regioni europee continentali, coinvolgendo i Balcani settentrionali e la parte sud-occidentale di Russia, Ucraina e Kazakistan, dove prevarrà un clima sempre più mite caratterizzato da un aumento delle temperature invernali. E lo stesso fenomeno potrebbe interessare anche il Nord America, in particolare la parte nord-occidentale.

 

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