Politica
25 Ottobre 2015
Cronaca di una giornata destinata a far discutere. Lodi: "Non ce ne andiamo finchè sindaco e questore non ci ascoltano"

La Lega Nord ha occupato il Palazzo degli Specchi

di Redazione | 3 min

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di Daniele Modica

La Lega Nord ha preso possesso di Palazzo degli Specchi. È successo oggi pomeriggio verso le 14.30. Un’occupazione a sopresa durante quella che doveva essere l’ennesima manifestazione di protesta del Carroccio. Manifestanti, gente del quartiere, polizia, carabinieri, pompieri e giornalisti. Tutti a faccia in su verso Nicola Lodi, responsabile immigrazione della sezione locale del partito, Maurizio Ghidoni, cameraman ufficiale delle battaglie ‘padane’ e altri iscritti che dall’alto della torre di specchi sventolano la bandiera con il sole delle alpi. “Dobbiamo chiudere i conti con questa porcheria – sbotta Lodi, mentre il gruppo si inerpica di nascosto su per le rampe di scale che portano al tetto della struttura –. Abbiamo tende, sacchi a pelo e viveri per passare la notte qui: non ce ne andiamo finché il sindaco e il questore non ci ascolteranno.

Ore 14.30: L’occupazione – Un’ora prima della manifestazione, mentre già si stavano allestendo megafoni e striscioni ai piedi del Palazzo degli Specchi, in via Beethoven, un gruppetto si allontana: sono Nicola Lodi, Maurizio Ghidoni e altri tre fedelissimi del partito. Ci invitano ad assistere alla presa della Bastiglia in versione nostrana. Si caricano sulle spalle l’occorrente per accamparsi e ci fanno strada dentro il palazzo. Attraversiamo un immenso tappeto di vetri rotti, schiviamo lamine di ferro, buche, cavi elettrici. E poi saliamo le rampe buie che ci portano fino alla cima della struttura dove lo sguardo domina la città.

Ore 15: Il Palazzo batte bandiera leghista – “Perché stiamo facendo questo – ci interroga Nicola Lodi -? Dopo due mesi di esposti e interrogazioni, anche in Regione, e di richieste di incontro inoltrate al sindaco, Tiziano Tagliani non ha mai risposto. È chiaro che non vuole risolvere la situazione”. Secondo Lodi, non si fa nulla da troppo tempo ed è arrivato il momento di chiudere i conti. Certo l’iniziativa dovrebbe venire anche dalla proprietà dell’immobile e su questo Lodi parla chiaro: “Ho parlato personalmente con Luca Parnasi, amministratore delegato della società Parnasi che possiede tutto il palazzo – spiega -. Mi ha assicurato che ha presentato querela”.

Ore 15.30: Il tour – Sotto il palazzo, a seguire la vicenda si è ormai radunata una piccola folla di rappresentanti politici, di simpatizzanti del Carroccio, di semplici residenti dei quartieri vicini preoccupati “per la situazione di degrado sociale e igienico-sanitario”. Il discorso di Nicola Lodi dalla torre, poi i manifestanti vengono accompagnati in un giro esterno per prendere coscienza del degrado della zona. “Il sindaco ha la responsabilità della sicurezza, oltre che della salute dei suoi cittadini – conclude il segretario comunale del Carroccio Umberto Cattaruzza De Lugan -. La zona deve essere monitorata. Il Sindaco ce l’abbia a cuore quanto quella dove abita lui”.

La rivelazione: “Ci fanno pressioni, ma non molleremo” – “Abbiamo ricevuto pressioni – rivela Nicola Lodi -. Non posso fare nomi, li faremo alla Procura. Ma posso dire che uomini politici ci hanno contattato per dirci di allentare la presa, di fare meno confusione. Il motivo è che devono arrivare 40 milioni di euro destinati al Palazzo dei Diamanti. Un altro spreco, un altro incompiuto, un altro buco finanziario. Quaranta milioni non sono niente: significa continuare così ancora per anni e anni”. Alle nostre spalle ce la nuovissima tangenziale realizzata da questa amministrazione. “E’ vero – ammette Lodi -, ma c’è anche il Palasilver, bruciato e abbandonato, imbrigliato nelle lungaggini amministrative”.

Ore 16: “L’estrema beffa” – Ora c’è tutto un movimento di cittadini che protestano e di forze dell’ordine che controllano. Ma intanto sul retro del palazzo due abitanti abusivi di origine straniera escono in ciabatte nel caldo sole pomeridiano e si mettono a stendere i panni su due cavi appesi.

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