Cronaca
2 Ottobre 2015
Il premio Politkovskaja: “La prima vittima dello Stato isalmico è il popolo stesso. L’istruzione è il primo passo per la nostra libertà”

Asif, il blogger perseguitato col machete e arrestato per blasfemia perché ateo

di Redazione | 4 min

Leggi anche

Mazzette alla Motorizzazione. Trentotto scelgono l’abbreviato

Di nuovo in aula il processo per le presunte mazzette alla Motorizzazione Civile di Ferrara, scoperte dalla maxi-inchiesta Ghost Inspections grazie al lavoro degli uomini della Guardia di Finanza e della Polizia Stradale, dietro il coordinamento del pm Andrea Maggioni, titolare del fascicolo di indagine, che ha chiesto il rinvio a giudizio di 74 persone

_MG_2105di Anja Rossi

“Mi riconosci?”. “No”. “Sono io che ti ho pugnalato nove volte”. Lo racconta così, quasi facendolo diventare una situazione normale, l’incontro in carcere con uno dei suoi attentatori Asif Mohiuddin, giornalista trentunenne che nel 2006 aprì un blog per poter raccontare a più persone possibile cosa succedesse nel suo paese, il Bangladesh, e che oggi ha ricevuto il premio Anna Politkovskaja subito dopo l’inaugurazione della nona edizione di Internazionale a Ferrara.

Mohiuddin è intervenuto subito dopo l’apertura del festival, dove il direttore della rivista Giovanni De Mauro, il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani (sotto il video del suo intervento) e Thierry Vissol, consigliere speciale media e della comunicazione presso la rappresentanza in Italia della Commissione europea, hanno portato i loro saluti sottolineando l’importanza e il bisogno, oggi più che mai, di essere curiosi.

E se un vero e proprio tema per questa edizione non c’è, ma lo si declina ugualmente verso tutto quello che può essere ‘frontiera’, sia fisica che mentale, il premio Anna Politkovskaja non poteva che andare a un rappresentante di un nuovo modo di fare informazione e giornalismo: il blogger bangladese Asif Mohiuddin che, poco più che ventenne, decise nel 2006 di riportare online la sua critica nei confronti della situazione politica e culturale in Bangladesh, di cui ha ricordato i momenti salienti insieme alla giornalista de La Stampa Francesca Paci.

“Sono stato il primo ad essere condannato e perseguitato, ma non l’unico” racconta emozionato Asif Mohiuddin. Nel 2013, infatti, si ritrova nella lista nera dell’islam, viene oscurato il suo blog e inizia la sua persecuzione non solo professionale, ma anche fisica. “Dopo 18 ore di fermo e torture subite in carcere, il governo ha oscurato i miei post sul blog. Ho visto tanti miei amici essere decapitati solo perché atei. Molti non conoscono cosa voglia dire vivere nel terrore, io ci sono passato. Il Bangladesh era un paese considerato laico, ma molto rapidamente si è trasformato. Ci sono scuole dove ogni anno si formano giovani destinati a diventare terroristi e fanatici”.

Mohiuddin racconta anche della difficoltà, all’inizio, di trovare spazio e libertà di espressione. “Nel 2006 nessun giornale voleva pubblicare miei articoli scritti anche in favore dei diritti delle donne e degli omosessuali. Parlavo di teorie scientifiche e di evoluzione della specie, cercando di offrire un pensiero critico con dati offerti dalla scienza. In poco tempo lo Stato islamico ha cercato di rapirmi e assassinarmi, perché mi considerava una minaccia, diceva che producevo atei”. Su 84 blogger bangladesi, continua a raccontare il giornalista, nove sono già stati uccisi e moltissimi sono stati torturati. “Ho dato vita a un movimento contro le politiche dell’islam, perché ho sempre visto solo la sua faccia più violenta in azione. Lo Stato islamico mi ha prima perseguitato col machete, poi arrestato per blasfemia, ma la prima vittima di questo sistema non sono io, è il popolo stesso. E per questo non smetterò mai di scrivere”.

_MG_2117Asif in tutti questi anni ha cercato nel pensiero occidentale, nell’eredità di Voltaire e nei libri di Hawkings (censurati in Bangladesh), una rivendicazione tale da poter portare il proprio popolo ad esprimere opinioni differenti, a usare la ragione, anche se è consapevole che senza un cambiamento radicale tutto è vano. “Il cambiamento deve partire dal sistema di istruzione – afferma – perché anche se moltissimi giovani leggevano il mio blog, le informazioni in esso contenute non potevano arrivare alle persone che vivono nei territori rurali del mio Paese o dove ci sono le scuole religiose”. Secondo il blogger ora rifugiato in Germania, la società in Bangladesh sembra in continua evoluzione, ma purtroppo in negativo. Qualche centinaia di anni fa la situazione in Europa non era poi tanto diversa dalla situazione creata dallo Stato islamico ora. “La religione cristiana perseguitava filosofi come Giordano Bruno, Copernico, Galileo. La nostra società ha bisogno di essere riformata e i giovani, o almeno molti di loro, stanno cercando di mettere in discussione le autorità musulmane. Magari ci metteremo cinquant’anni, ma nostra società prima o poi cambierà. Si deve però partire da una diversa istruzione, altrimenti il mio popolo continuerà ad essere vittima dell’ideologia. Dobbiamo criticare le ideologie, non le persone”. Asif Mohiuddin non biasima nemmeno i suoi attentatori, anzi, quando in carcere ha modo di incontrarne uno ci parla, cerca il confronto. “Volevo capire perché volesse uccidermi. Aveva 23 anni, era giovanissimo e lo faceva per guadagnarsi il paradiso: ‘se il governo non ti punisce, dobbiamo farlo noi perché tu hai lasciato l’islam, sei un ateo e critichi la nostra legge’ mi aveva risposto. Era anche lui una vittima, l’essere criminali è una conseguenza dell’islam fondamentalista”.

Ma Asif Mohiuddin critica anche quell’occidente vicino, silenzioso e connivente. “L’ambasciatore degli Stati Uniti in Bangladesh qualche anno fa sosteneva che le scuole nel mio Paese fossero evolute, perfette, quando invece sono dei luoghi dove si producono terroristi. L’occidente dovrebbe poter influire sul cambiamento, attraverso la critica. Ora sta accogliendo gli immigrati ma, ripeto, l’istruzione è il primo passo per la nostra libertà”.

L’intervento del sindaco Tagliani

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com