Recensioni
13 Settembre 2015
Leone d'Oro a Desde Allas di Lorenzo Vigas

I premi a Venezia

di Redazione | 3 min

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vigasCoraggiosa la scelta della giuria di Venezia 72, presieduta da Alfonso Cuarón e composta da Elizabeth Banks, Emmanuel Carrère, Nuri Bilge Ceylan, Hou Hsiao-hsien, Diane Kruger, Francesco Munzi, Pawel Pawlikowski e Lynne Ramsey che dopo aver visionato tutti i 21 film in concorso, ha deciso di assegnare il Leone d’Oro per il miglior film a: Desde Allà (From Afar) di Lorenzo Vigas (Venezuela, Messico). Vigas è un giovane venezuelano esordiente. Il film è una storia d’amore e solitudine ambientata a Caracas, non semplice.

E’ un rapporto faticoso, pieno di ombre e, poi, apparentemente, di qualche luce, tra un omosessuale ed un ‘ragazzo di vita’ molto pasoliniano, si potrebbe dire. Ma l’esito sarà inaspettatamente tragico. Notevolmente bravi entrambi i protagonisti, entrambi presenti in Sala Grande.

Commosso il regista, al momento della premiazione, ha affermato: “E’ la prima volta che un film venezuelano vince un festival cinematografico. Il mio produttore ha superato grandi difficoltà, ma ce l’abbiamo fatta. Dedico questo premio al mio paese il Venezuela: abbiamo avuto problemi ma se ricominceremo a parlare gli uni con gli altri ce la faremo”.

Il Leone d’Argento per la migliore regia è andato all’argentino Pablo Trapero per il film El Clan (Argentina, Spagna). Due premi così importanti a sudamericani, quest’anno a Venezia, grande novità. Il regista si è detto grande ammiratore del cinema italiano. “Il film – ha aggiunto – è stato fatto con un impegno costante che ci ha accompagnato sempre. Sono contentissimo di essere qui. Amo il cinema sempre di più”.

Il Gran Premio della Giuria l’ha meritato Anomalisa di Charlie Kaufman e Duke Johnson (USA).
E’ un film d’animazione in stop-motion, una pellicola innovativa per cui i due registi han lavorato per tre anni, non pensando certo di fare un lavoro per bambini. “Volevamo una storia, reale, credibile che avesse anche un valore emotivo. Questa la novità e la sfida – han dichiarato stasera”.

La Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile è tutta italiana: è Valeria Golino, per il film Per amor vostro di Giuseppe Gaudino.
Una emozionatissima Golino, stravolta da un tutto proprio flusso di emozioni e di parole, ha così detto: “Dopo tutti questi anni questo premio mi dà la stessa ingenua e infantile felicità dell’altra Coppa Volpi presa quasi trent’anni fa. Ora vado ad ubriacarmi”.

La Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile è andata al francese Fabrice Luchini per il film L’HERMINE di Christian Vincent (Francia), film che ha meritato pure il Premio per la Migliore Sceneggiatura.
In videoconferenza il grandissimo attore francese che era presente invece alla conferenza-stampa di presentazione del film, ad inizio settimana, ha esternato tutta la sua soddisfazione per questo premio, ripetendo che è onorato di esser figlio di un italiano nato ad Assisi: “Mio padre si chiamava Adelmo – ha detto orgogliosamente – un bel nome che non si usa più!”.

Il Premio Venezia Classici per il Miglior Film Restaurato, nel quarantennale della scomparsa del grande intellettuale, scrittore, poeta e regista è toccato a: SALÒ O LE 120 GIORNATE DI SODOMA, l’ultimo film di Pier Paolo Pasolini (1975, Italia, Francia).
Il ministro Franceschini pure ha sottolineato come “…nell’anno in cui si celebrano i 40 anni dalla morte di Pierpaolo Pasolini viene premiato il restauro della sua ultima opera Saló o le 120 giornate di Sodoma, un film visionario che ha segnato la filmografia italiana e continua ad essere apprezzato in tutto il mondo per la sua contemporaneità”.

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