Politica
1 Settembre 2015
Il segretario regionale Pd interviene a Pontelagoscuro anche sulla vicenda Camelot: "Piena trasparenza del Comune"

Calvano: “Noi le ruspe le usiamo per creare lavoro”

di Redazione | 4 min

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calvano festa pd pontedi Marcello Celeghini

“Sulla vicenda Camelot sono assolutamente certo della buona fede dell’amministrazione comunale poiché ha sempre fatto della trasparenza il proprio modus operandi”. Dopo Tagliani, Vitellio e Sapigni, arriva anche il commento del segretario regionale del Pd Paolo Calvano sulla vicenda più dibattuta nelle ultime settimane e cioè della revoca da parte del Comune dell’affidamento delle risorse per la gestione dei profughi alla cooperativa Camelot dopo il pronunciamento dell’Anac. Calvano, intervistato dalla giornalista di Telestense Dalia Bighinati alla festa ‘Ponte Democratica’, ha toccato a volo d’uccello tutti i temi d’attualità della politica nazionale e regionale.

“Renzi ha la responsabilità di fare quello che non si è fatto negli ultimi vent’anni”. È riassunto in questa breve frase il pensiero di Paolo Calvano sul Governo Renzi; su ciò che ha fatto finora e su ciò che dovrà ancora realizzare nei prossimi mesi e anni. L’obiettivo più prossimo è senz’altro quello del superamento dei bicameralismo perfetto con la tanto discussa riforma del Senato. “Il primo ad immaginare il superamento del bicameralismo – sottolinea il segretario regionale del Pd – fu proprio Enrico Berlinguer ormai trent’anni fa capendo, da uomo lungimirante quale era, che due camere con le stesse funzioni rallentavano il Paese. Oggi, con la riforma che sta per essere approvata, siamo davanti ad una grande occasione di cambiamento”.

Pd come luogo di una comunità e contenitore di idee anche differenti. “La ricchezza del Pd – spiega Paolo Calvano – sta nel fatto di essere un grande partito con tantissime idee al suo interno, a volte anche differenti, ma la diversità di opinione non può incrinare un’idea di far politica, non può incrinare un partito. All’interno del Pd si discute, ma alla fine, quando si tirano le somme, è necessaria la convergenza di tutti. Un partito che discute al suo interno è un fatto positivo, un partito che non decide perché non riesce a trovare un linea che mette tutti d’accordo è un partito che non farà tanta strada. Per questo motivo trovo la decisione di Civati sbagliata, chi come lui condivideva i principi della prima Leopolda non può ora chiamarsi fuori mentre quei principi vengono realizzati. Probabilmente Civati – conclude il segretario regionale – ha compiuto la propria scelta per via di screzi personali con Renzi, ma in politica non bisogna permettere che faccende personali prendano il sopravvento sulle questioni politiche”.

Un patto per il lavoro per far ripartire la locomotiva emiliano romagnola. “Il patto per il lavoro approntato dalla giunta Bonaccini – sottolinea Calvano – è innanzitutto una presa d’atto dell’ancora alta disoccupazione giovanile nella nostra regione e poi è la base per intercettare cospicue risorse per creare nuovi posti di lavoro. Nei prossimi sette anni avremo ben 15 miliardi di euro da spendere provenienti dalla Regione, dal Governo e dall’Europa. Cinque di questi serviranno per la costruzione di nuove infrastrutture e gli altri andranno sempre a beneficio, direttamente o indirettamente, del mercato del lavoro. Dobbiamo poi creare le condizioni affinchè investitori stranieri scelgano il nostro territorio. L’insediamento di Berluti a Gaibanella sarà il modello con cui la Regione cercherà di intercettare investitori stranieri. Nella nostra regione le ruspe non servono per spazzare via tutto ma servono semmai per spianare un terreno su cui costruire un’azienda.”

Immigrazione e vicenda Camelot. Secondo Calvano i profughi che continuano a sbarcare lungo le coste italiane non sono semplici migranti. “I primi che arrivavano erano migranti, ovvero gente che si sposta volontariamente per trovare condizioni di vita migliori, questi ultimi invece sono disperati che scappano dalla morte senza alternativa. A chi dice di bloccare gli sbarchi – continua il segretario democratico – io rispondo che se dobbiamo scegliere tra perdere tre voti e salvare tre vite, il Pd salva tre vite. La Lega, che adesso cavalca tanto l’onda, quando era al governo ha chiesto la collaborazione di tutti i sindaci per gestire gli immigrati, proprio quello che adesso critica a noi così aspramente”. Sulla vicenda Camelot, Calvano, invece assicura la trasparenza della Giunta comunale e tira in ballo la ‘ferraresità’ della Cooperativa come valore aggiunto che, con il bando aperto a tutti, rischia di venir meno. “Premesso che il Comune di Ferrara ha agito in piena trasparenza – sottolinea Calvano -, il fatto che l’assegnazione venisse fatta a Camelot senza bando ed essendo Camelot un’azienda ferrarese, era un motivo d’orgoglio che fosse proprio un’azienda del territorio che crea posti di lavoro sul territorio a gestire quelle risorse. Ora con il bando aperto a tutti, potremmo trovarci la cooperativa ‘X’ di Caltanissetta o di Aosta che gestisce nostri soldi pubblici. Non vorrei trovarmi tra qualche anno a dover rispondere a critiche inerenti una mancata attenzione del Pd ferrarese nei confronti delle aziende del territorio”.

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