Matteo Renzi e la “rivoluzione copernicana del fisco italiano”: sarà possibile? È quanto si chiede il segretario provinciale di Confartigianato, Giuseppe Vancini, nel commentare la serie di riforme anticipate sabato dal presidente del consiglio durante l’assemblea del Pd all’Expo di Milano. Riforme che Vancini giudica come “provvedimenti certamente positivi”, ma senza nascondere alcune perplessità legate alla loro realizzabilità: “Speriamo tuttavia – continua infatti il segretario di Confartigianato – che non siano solo un escamotage di mezza estate per ridare ossigeno a un’Italia piegata dal caldo e dalla paura per le vicende greche”.
Una promozione con molte riserve quindi, quella di Vancini. Che puntualizza però anche diversi aspetti che potrebbero rendere gli sgravi fiscali più mirati e utili per la ripresa economica. Primo tra tutti, l’abbattimento dell’Imu sui capannoni delle imprese: “Renzi – afferma il segretario dell’associazione – di eliminazione sia della Tasi sulla prima casa, sia dell’Imu agricola e sugli imbullonati, ossia sui macchinari ‘a terra’. Dimenticando, purtroppo, quella sui capannoni, su cui gli introiti per lo Stato, ossia le spese per gli imprenditori, sono molto alti. Perché se per l’abitazione si tratta di qualche centinaia di euro all’anno, per le aziende si tratta di qualche migliaio di euro, che spesso vengono sottratti a investimenti e alla tanto reclamata innovazione”.
A prescindere dalle scelte politiche sui capannoni, il giudizio sul provvedimento promesso da Renzi resta comunque positivo: “Volendo comunque credere a Renzi – premette con prudenza Vancini -, l’operazione Tasi potrebbe rilanciare l’edilizia, dalle costruzioni all’impiantistica. E anche il territorio ferrarese ne trarrebbe beneficio, perché la desolazione e il depauperamento, che sfiora il degrado, è sotto gli occhi di tutti. Stesso discorso per l’eliminazione dell’Imu agricola e sugli imbullonati, soprattutto perché tassare ciò che serve per lavorare è di per sé una contraddizione. Eppure le perplessità sono molte”. E tutte legate alla fattibilità della riforma: “Tanto per cominciare i provvedimenti sarebbero attuati nel triennio 2016-2018. Il che in una ottica di programmazione e non dunque solo di tamponamento dell’emergenza, sarebbe un passo in avanti. Quel che non è chiaro però – è il grande dubbio di Vancini – è dove Renzi reperirà le risorse per concretizzare quanto promesso”.
Le difficoltà su questo fronte, secondo il leader di Confartigianato, non mancherebbero: “È infatti palese che il ricorso alla spending review sarebbe insufficiente. In questi anni, in cui la si è invocata e attuata a piene mani, è aumentata sia la spesa pubblica che la tassazione. E questo è avvenuto anche nell’era Renzi. Il timore che il tutto si riversi sui Comuni, già in grande difficoltà, è reale. Meglio sarebbe uno sguardo, questa volta, alle spese regionali. Ancora, nella recente legge delega sul fisco è stato stralciato tutto ciò che riguarda l’artigianato, nonostante in Italia, e la nostra provincia ne è esempio, sia il modello produttivo prevalente. Il che fa pensare che alle piccole e medie imprese il Governo continui a non riconoscere il giusto peso, con scarsa aderenza alla realtà. Noi, come Confartigianato, staremo a guardare, anche con fiducia, chiedendo però a Renzi di ricordare che in Italia esistono pure i capannoni. E magari, intanto che stende il programma 2016-2018, potrebbe inserirli alla voce ‘eliminazione Imu'”.