Picchiò selvaggiamente la moglie, per poi puntarle un coltello contro la pancia. Il motivo? Un raptus di gelosia: l’uomo infatti era convinto che la donna, operatrice socio sanitaria, avesse una relazione extraconiugale con un proprio paziente, dal quale aveva ricevuto un sms sul telefonino.
È per questi fatti che il tribunale di Ferrara ha condannato a otto mesi di reclusione il 45enne di origini tunisine Antar Chouaib, anche se l’uomo ha fatto perdere le proprie tracce prima dell’inizio del processo e il suo avvocato d’ufficio, Massimo Soffritti, riferisce di non essere mai riuscito a mettersi in contatto con il proprio assistito. Tutto accade nel maggio del 2010, quando Chouaib prende il telefono della moglie e vede un messaggio da un numero sconosciuto. Riempe la donna di domande, non crede alle sue spiegazioni e senza apparente motivo la fa salire in macchina. La porta in via Gramicia, vicino al canile. Qui la fa scendere e la prende a calci e pugni. La costringe a risalire in auto, continua a colpirla e, infine, la riporta a casa.
La donna chiama disperata la madre. Questa si reca a casa dalla figlia, la vede in quelle condizioni e vuole sapere cosa sia successo. Il marito confessa di averla maltrattata, forse si scusa, e la madre credendo che la situazione non possa degenerare ulteriormente torna a casa sua. E invece Chouaib afferra un coltello da cucina e lo punta alla pancia della moglie gridando “ti ammazzo”. La sopportazione ha superato il livello di guardia. Lei scappa di casa e denuncia il marito. In seguito verrà ospitata in una struttura protetta e seguita dal Centro Donna Giustizia.
Proprio la madre della vittima ha riferito ieri mattina ai giudici la propria versione dei fatti, confermando quanto espresso dalla figlia nella denuncia alla procura. Prove schiaccianti per il tribunale di Ferrara, che ha accolto la richiesta di condanna del pm Stefania Borro infliggendo a Chouaib una condanna di otto mesi di reclusione.