di Francesco Fiore

“È stata una grande serata sportiva e sociale”, così Carlo Nori, presidente Lega Pro, riassume la prima, storica riunione pugilistica organizzata all’interno di una casa circondariale italiana.

L’evento organizzato per i detenuti ha visto una partecipazione entusiasta dei circa 100 ragazzi del carcere ferrarese, che hanno incoraggiato gli atleti ed esultato per le vittorie dei pugili di casa. Tra questi i due neo pro Marco Iuculano e Mattia Musacchi hanno dato vita a due incontri ad alta intensità, riportando vittorie importanti per il percorso verso il professionismo. Musacchi in particolare ha mostrato la crescita fatta dopo l’ultima sconfitta, rimontando con grande carattere il match contro Canossi dopo essere andato a terra nella seconda ripresa. Dopo il duro colpo subito il pugile di casa ha reagito in maniera decisa, colpendo più volte l’avversario con colpi precisi che non gli hanno dato scampo.

Anche per Marco Iuculano non è stato un match facile contro Cappella. Il pugile da Castelfidardo, pur avendo resistito per tutto il match rispondendo ai colpi del ferrarese e limitando nelle offensive ha dovuto arrendersi ai punti.

Erano presenti alla riunione anche il prefetto Michele Tortora, l’assessore Simone Merli, il direttore del carcere Paolo Malato insieme alle autorità penitenziarie, oltre ai pugili professionisti Damian Bruzzese, neo campione italiano, Simona Galassi e Alessandro Caccia. Galassi e Caccia disputeranno rispettivamente il 26 giugno e il 4 luglio incontri validi per il campionato del mondo e per il titolo italiano.

Nel finale il ring è stato per Momo e Alessandro Duran, che hanno ringraziato le autorità per aver avuto la possibilità di organizzare questo storico evento, auspicando la possibilità continuare il rapporto e organizzare corsi di boxe per i detenuti. “Vogliamo portare anche qua i valori di questo sport – dice Alessandro Duran – come ha dimostrato questa sera Mattia (Musacchi, ndr) da una sconfitta si può riemergere”.

Alle parole dei due ex pugili ferraresi i detenuti sono esplosi in un coro gridando il nome dei fratelli Duran, a dimostrazione della riconoscenza che hanno per chi ha creduto e ha reso possibile questo evento e mostrando grande entusiasmo verso questo sport.