Politica
12 Maggio 2015
Ipotesi speculative sulla futura Local Tax sarebbero la giustificazione per gli aumenti Irpef

L’aumento delle tasse e la “politica dei furbi”

di Daniele Oppo | 4 min

bilancio_aggiornamento“Se non fossimo stati corretti e attenti alle difficili situazioni economiche delle nostre famiglie, aumentando l’aliquota dello 0,2% avremmo introitato circa 10 milioni di euro in più. Ma non l’abbiamo fatto perché siamo una giunta seria. Insieme agli altri comuni che aderiscono alla protesta chiediamo al Parlamento e al Governo di dimostrare che è finita la politica dei furbi, di chi scarica le proprie inefficienza sugli altri”.

Correva l’anno 2013, era il 13 dicembre, e il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani spiegava così la decisione di spegnere le luci per un’ora in viale Cavour, in segno di protesta contro il Governo, reo di aver dato ‘un premio’ ai “furbi” che avevano aumentato l’aliquota Imu sulla prima casa per poter eventualmente incassare rimborsi maggiori dallo Stato al momento dell’abolizione dell’imposta.

Ora, dalle colonne de La Nuova Ferrara, viene fuori una ulteriore ipotesi, secondo la quale la manovra fiscale da 8 milioni targata Tagliani-Vaccari, non sarebbe dovuta all’aumento (inesistente) del patto di stabilità e ai tagli decisi da Roma e neppure ai 27 milioni di opere e investimenti pubblici da portare a termine nel 2015. Si metterebbe mano alle tasche dei cittadini ferraresi per evitare future penalizzazioni con l’arrivo della Local Tax nel 2016.

Se l’ipotesi venisse confermata dall’Amministrazione saremmo di fronte alla quarta versione diversa in dieci giorni.

La chiave del misterioso aumento, stando a questa quarta spiegazione, si troverebbe a pagina di 5 dello stampato consegnato ai giornalisti (e che trovate a fondo pagina) nella conferenza stampa di presentazione della manovra. Una slide intitolata “Pro memoria” che recita: “Il Ministro Padoan ha detto e ribadito che nel 2016 verrà introdotta la local tax, in base alla quale verrà: tolta ai Comuni l’addizionale IRPEFtrasferita dallo Stato ai Comuni l’IMU sui fabbricati produttivi (cat. D); effettuata una compensazione in caso di squilibri rilevantiNon sono ancora noti i meccanismi di funzionamento“.

La nuova tassa unica – promessa dal ministro Pier Carlo Padoan ma ancora oggetto di studio da parte del gruppo di lavoro del ministero dell’Economia e la cui costruzione è ancora in alto mare – ha l’obiettivo di sostituire e unificare Imu, Tasi e tutta una serie di tributi minori. Lo scopo è quello di introdurre una semplificazione burocratica per il cittadino (che pagherà una sola volta e probabilmente con un modulo precompilato spedito a casa), senza però incidere in maniera peggiorativa o migliorativa sulle casse comunali: c’è scritto anche nelle slide della Giunta.

Punto importante della nuova imposta unica comunale (ma, lo ribadiamo, siamo ancora nel campo delle speculazioni non essendo mai uscito un documento ufficiale) è che dovrebbe sparire l’addizionale comunale sull’Irpef il cui gettito non verrebbe però perso, ma confluirebbe nelle casse dello Stato che in cambio dovrebbe ‘offrire’ ai Comuni l’Imu sugli immobili produttivi (categoria D).

Qui sorgono gli ipotetici problemi – mai emersi in documenti ufficiali – dato che il tasso di insediamento e la dimensione degli immobili produttivi è differente da comune a comune. Una delle soluzioni prospettate – anche questa mai ufficializzata – è quella di far confluire tutto il gettito Imu per gli immobili di categoria D in un fondo unico e poi distribuirlo in base al gettito Irpef che i Comuni hanno riscosso l’anno precedente. Soluzione che tenderebbe a favorire i Comuni dove l’aliquota dell’addizionale è più elevata, sfavorendo invece i più virtuosi.

Qui viene il bello. O il buffo. Esattamente lo stesso meccanismo utilizzato con l’abolizione dell’Imu sulle prime case nel 2013 e l’istituzione della Tasi, i cui minori introiti erano stati compensati dal Governo “restituendo” ai Comuni il gettito Imu dell’anno passato. Un meccanismo che ha con tutta evidenza premiato chi aveva le aliquote più alte (o chi le aveva alzate in tale prospettiva), e lasciato con l’amaro in bocca i Comuni più virtuosi, come Ferrara, che quelle aliquote le avevano tenute basse perché, per dirla con Tagliani, “attenti alle difficili situazioni economiche delle nostre famiglie”.

Se sindaco e assessore dovessero confermare l’ipotesi avanzata da La Nuova Ferrara, aumentando le aliquote dell’addizionale comunale Irpef (che colpirà maggiormente i redditi bassi e medi, dato che erano le uniche fasce in cui si poteva intervenire in maniera sostanziale) per ottenere nel 2016 una compensazione più alta, anche qui non mancherebbero punti critici.

Oltre al fatto che rimarrebbero comunque fuori i 5,4 milioni di extra-gettito Imu non interessati dalla futura Local Tax, giustificare una parte di manovra fiscale (da 2,5 milioni) sulla base di quelle che al momento sono solo speculazioni – peraltro mai rese esplicite da sindaco e assessore –  ricaderebbe proprio in quella “politica dei furbi” tanto contestata solo due anni fa.

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