Lettere al Direttore
15 Aprile 2015

Consorzio Bonifica e burocrazia: a sen un paes ad mat

di Redazione | 2 min

Egregio Sgniòr Diretor,

al m’a scusa se a dzcor in dialét, ma acsì a pens che purasà zzent i a’m capisa mei. L’an pasà, dop aver sumnà patat, ruvié, fasò e tuta cla roba ch’as met int l’ort, a io telefunà ala Bunifica parché i’m daga l’aqua in tal foss par sgauzar. E gentilment i’m à dà l’aqua.

In st’an a fag precis, ma i’m dìs che bisogna che a vaga al Puget, e faga ‘na dmanda coi disegn e tut al rest.

Ma se lor i al sa benissim la tera che a g’ho, cussa conta la dmanda, i disegn e tut al rest?

Mo fin chi a va ben, però quel che a’m fa inrabìr l’è che impiz la television e a sent al President dal Cunsli (brisa Tugnin d’il cicc, al President dal Cunsili) che al dis che la mal d’l Italia l’è la tropa burocrazia.

Alora mi a pens che a sen un paes ad mat.

TRADUZIONE

Egregio Signor Direttore,

mi scusi se parlo in dialetto, ma così penso che molte persone mi capiscano meglio. L’anno scorso, dopo aver seminato patate, piselli, fagioli e le cose che si mettono nell’orto, ho telefonato al Consorzio (di Bonifica) perché mi dessero l’acqua per irrigare. E gentilmente mi hanno dato l’acqua.

Quest’anno faccio la stessa cosa, ma mi viene detto che devo andare al Poggetto , fare una domanda con le planimetrie e tutti i documenti.

Ma se sanno benissimo quanta terra ho, a cosa serve la domanda e tutto il resto?

Ma fin qui passi, va bene, però quello che mi indispettisce e che accendo la televisione e sento il Presidente del Consiglio (non una figura del folklore ferrarese, ma il Presidente del Consiglio) che dice che il male dell’Italia è l’eccesso di burocrazia.

Allora penso che siamo un paese di pazzi.

Con distinti saluti,
Andrea Veronese

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