Lido di Volano. Una discussione all’ingresso della discoteca e un giovane estrae dalla tasca un coltello a serramanico. Per poi puntarlo contro uno dei suoi litiganti e minacciarlo esplicitamente di farsi da parte. Un fatto avvenuto a metà agosto 2012 e che portò alla denuncia per minaccia aggravata e porto abusivo di armi per Giacomo Enea, 27enne originario di Palermo che quella notte aveva reagito nel peggiore dei modi a uno screzio nato con un ragazzo ferrarese, mentre si trovavano in coda per entrare nel locale. E al termine del processo a suo carico il tribunale lo ha riconosciuto colpevole dei fatti, seppur riducendo la sua condanna dall’anno e nove mesi richiesti dal pm Silvio Simionato a un solo mese di pena (sospesa) e a un’ammenda di mille euro.
Il litigio avvenne per i ‘classici’ futili motivi che spesso si presentano durante le liti nei locali notturni: un’occhiata a una ragazza e uno sguardo storto tra i due giovani, che presto hanno cominciato a scambiarsi insulti. Fino a quando Enea non ha estratto un coltello dalla tasca puntandolo nella direzione del rivale, oltrepassando il limite che separa una semplice litigata tra sconosciuti da un reato penale.
Pur senza negare l’essenza del fatto l’avvocato del 27enne, Alessandro D’Agostino, si è concentrato soprattutto sul capo di imputazione della procura, che chiedeva un anno e mezzo di reclusione a causa del reato di porto d’armi abusivo che si andava ad aggiungere alle minacce. In questo caso a far la differenza è stato proprio il coltello a serramanico estratto dal ragazzo, che non essendo a scatto è stato catalogato dal legale come ‘arma impropria’, diversamente da quanto sostenuto dalla procura. Una tesi sorretta da diversi casi di giurisprudenza e che è stata accolta dal tribunale di Ferrara, che ha condannato Enea e un solo mese di reclusione con sospensione condizionale della pena.