Il pesce morto intrappolato nelle reti che i bracconieri hanno posato nelle acque del Cavo Napoleonico di Sant’Agostino, è stato recuperato questa mattina dalla Cmv Servizi Srl.
L’azienda municipalizzata, specializzata nello smaltimento dei rifiuti, è intervenuta su espressa richiesta della Forestale per scongiurare il pericolo di inquinamento delle acque conseguente alla decomposizione delle carcasse abbandonate dai bracconieri scoperti, come riportato da Estense.com, dai gruppi di cittadini che collaborano con la Forestale nell’attività di sorveglianza.
Le operazioni si sono svolte alla presenza degli uomini del Comando Stazione del Corpo Forestale dello Stato di Ferrara, che stanno continuando a pattugliare l’area, dopo esser intervenuti per recuperare 1000 metri di rete, liberando circa 15 quintali di pesce vivo.
Il fenomeno della pesca di frodo nelle acque interne è conosciuto e monitorato dalle forze di polizia, che, già nel recente passato, sono intervenute coordinandosi nell’attività svolta nelle diverse aree del territorio della provincia di Ferrara.
Risalgono all’autunno dello scorso anno i servizi notturni di prevenzione e repressione, svolti congiuntamente, che hanno portato al recupero, nelle Valli di Comacchio e nelle oasi protette di Argenta di ingenti quantitativi di pescato, nonché di attrezzi per la pesca, costituiti, per lo più, da reti e piccoli natanti appositamente predisposti per la navigazione nelle zone palustri.
Riveste particolare importanza, al fine di debellare il fenomeno, la collaborazione dei cittadini che possono segnalare al numero verde 1515, per le emergenze ambientali, tutte le eventuali situazioni anomale che avessero occasione di riscontrare in merito.
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