Un difetto di citazione ha portato al rinvio dell’udienza del processo che vede imputato un uomo per aver provocato, picchiandola, un aborto a un’amica della coinquilina.
Per la procura E.T.F., 38enne di origine camerunense, avrebbe picchiato la donna, ospite della sua coinquilina, dopo una cena, con tale brutalità da provocarle poi un aborto avvenuto circa 2 mesi dopo, nell’aprile del 2009. Proprio la coinquilina di E.T.F. si sarebbe dovuta presentare ieri in aula B davanti al collegio composto dai giudici Marini, Testoni e Attinà, ma non lo ha fatto per via di un difetto nella notifica da parte della procura.
L’uomo è imputato per procurato aborto ma la difesa sostenuta dall’avvocato Alessandro D’Agostino contesta l’accusa in tutto e per tutto: “La nostra difesa è improntata a dimostrare che l’inesistenza stessa delle percosse: ci fu una lite sicuramente ma contestiamo ci siano state percosse e, a maggior ragione, un procurato aborto che peraltro sarebbe avvenuto oltre due mesi dopo il fatto, due fatti per i quali è difficile trovare un nesso causale”. La linea difensiva è dettata anche dalla testimonianza di un vicino di casa, che intervenì dopo aver sentito le urla chiamando i carabinieri ma che non avrebbe visto le percosse.
Se ne riparlerà il primo di aprile, data alla quale è stata rinviata l’udienza.