Eventi e cultura
28 Gennaio 2015

Viaggio nella mostra su Boldini e De Pisis

di Redazione | 2 min

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Oltre ottanta opere di Giovanni Boldini e Filippo De Pisis suddivise in due percorsi cronologico-tematici all’interno della speciale ambientazione del Castello Estense.

A partire dal 31 gennaio una selezione di capolavori dei due grandi pittori ferraresi sarà la protagonista indiscussa degli eventi culturali all’interno del monumento simbolo della città che avrà così di nuovo la possibilità di ammirare le opere di un patrimonio rimasto celato dopo il sisma del 2012. L’intenzione è quella di creare un allestimento semi-temporaneo che potrà essere visitato sino alla riapertura di Palazzo Massari, ora in corso di restauro.

Il percorso espositivo si svilupperà a partire dalle sale del Governo, della Devoluzione, dei Paesaggi e delle Geografie, con dipinti e opere su carta ma anche una vasta collezione di documenti appartenuti a Boldini ai quali è dedicata una sala apposita. Si parte con le prove nella Firenze dei macchiaioli, “Le sorelle Lascaraky e poi la produzione parigina in cui spiccano “Notturno a Montmartre” e la “Cantante mondana”, fino alle icone della ritrattistica  – come il “Ritratto del piccolo Subercaseaux”, “Fuoco d’artificio” e la celebre “Signora in rosa” – che sanciscono l’affermazione di Boldini in questo genere sia in Europa che oltreoceano.

Di notevole valore la pubblicazione dell’edizione critica della corrispondenza boldiniana conservata presso il Museo Giovanni Boldini curata da una delle conservatrici, Barbara Guidi, che rappresenta un prezioso strumento scientifico per l’evoluzione degli studi sul pittore ferrarese e di cui si potranno vedere numerosi assaggi nell’allestimento al Castello.

I Camerini del Castello, solitamente non aperti al pubblico, saranno invece l’ambientazione della seconda parte dell’allestimento, quella dedicata a un altro talento ferrarese sul palcoscenico parigino: Filippo De Pisis. La narrazione è aperta dalle opere del periodo giovanile, da “Natura morta col martin pescatore”, dipinta a Ferrara prime del passaggio a Parigi, a “Le cipolle di Socrate”, rivelatore della riflessione di De Pisis sulla pittura metafisica e De Chirico. Seguono poi i capolavori parigini con le loro invenzioni liriche come le nature morte marine e “Il gladiolo fulminato”, o le trascrizioni pittoriche delle brucianti emozioni che l’esperienza della Ville lumière procura al pittore, di cui è esempio “Strada di Parigi”. Il cerchio si chiude con la produzione del suo rientro in Italia con le pentranti effigi maschili come il “Ritratto di Allegro” e i capolavori dell’ultima stagione, quella segnata dalla malattia nervosa con l’essenzialità delle nature morte e dei i paesaggi dipinti a Villa Fiorita.

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