Ostellato
7 Novembre 2014
Secondo la procura Patanella avrebbe richiesto favori per 'chiudere un occhio' sui precedenti penali di due imprenditori

Ex funzionario comunale a processo per concussione

di Ruggero Veronese | 3 min

trib2Ostellato. Chiedeva – o meglio, faceva in modo di farsi offrire – soldi e favori in cambio di agevolazioni alle pratiche amministrative. Un ex dipendente comunale di Ostellato, ora in pensione, è a processo con l’accusa di concussione per induzione (reato di recente introduzione noto soprattutto per Berlusconi e il caso Ruby) per aver cercato di approfittarsi di una coppia di imprenditori intenzionati ad aprire una struttura turistica all’interno del Comune. Questa almeno la tesi della procura e del pm Nicola Proto, che ha chiamato in causa il 65enne Calogero Patanella per le sue presunte richieste illecite che avvennero nel corso del 2009.

Una vicenda portata all’attenzione della magistratura proprio dai due imprenditori, che dopo la bocciatura della pratica che avevano presentato hanno denunciato Patanella, dichiarando alla magistratura di non aver ceduto alle condizioni offerte dal funzionario comunale: 500 euro al mese più la possibilità di alloggiare gratuitamente nella struttura che erano intenzionati a inaugurare. I due coniugi puntavano infatti ad aprire un’attività turistica con ristorante e camere per la notte, e all’inizio del 2009 si recarono in Comune per chiedere i relativi permessi amministrativi. Fu a quel punto che, secondo la denuncia, avvenne la ‘velata’ richiesta da parte di Patanella, pronto a sbloccare l’iter delle pratiche in cambio di vantaggi personali.

Una versione dei fatti totalmente in contrasto con quella degli avvocati Pasquale Longobucco e Angela Natati che difendono l’operato di Patanella che, a loro avviso, avrebbe fatto di tutto per salvaguardare la legalità dell’operazione. Gli imprenditori infatti inizialmente ricevettero una licenza provvisoria basato su una autocertificazione, ma dal loro casellario giudiziario emersero precedenti penali che facevano cadere i “requisiti morali” necessari ad avviare l’attività. Secondo la linea difensiva, Patanella revocò la licenza e scoprì nel frattempo che anche a Ferrara i due coniugi avevano provato ad avviare una struttura analoga ma erano stati bloccati per lo stesso motivo. Decise quindi di aspettare l’evolversi della situazione ferrarese, il cui iter era già avviato, per poi stabilire il da farsi a Ostellato. Finendo così per essere denunciato, per una sorte di ‘ripicca’, dai due imprenditori.

Durante l’ultima udienza in tribunale sono saliti sul banco dei testimoni proprio i due coniugi da cui partì la denuncia, che hanno descritto le condizioni e le modalità della presunta ‘proposta’ di Patanella. Testimonianze che secondo l’avvocato Longobucco “hanno confermato le discrepanze e le anomalie nella versione delle persone offese”, dal momento che i testimoni inizialmente hanno detto che fu l’imputato per primo a proporre le condizioni per agevolare la pratica, mentre in un secondo momento hanno affermato che il funzionario si ‘scoprì’ solo dopo una loro richiesta di consiglio. A chiarire la vera dinamica della vicenda potrebbe essere lo stesso Patanella, che sarà chiamato a deporre in tribunale a metà dicembre.

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