Eventi e cultura
5 Novembre 2014
Nell’ex carcere Alda Costa le opere degli ultimi trent’anni del pittore ferrarese

Fabbriano, “Tempeste” su tela a Copparo

di Redazione | 3 min

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unnamedCopparo. Dopo l’esposizione a Villa Bighi in occasione del Settembre Copparese, Fabbriano torna a Copparo con una personale che raccoglie le sue opere più significative dagli anni ’90 ad oggi. “Tempeste” è la mostra, a cura del centro studi Dante Bighi, che inaugurerà sabato 8 novembre, alle ore 17, nelle sale della galleria Civica Alda Costa (in via Roma 36) e rimarrà allestita negli spazi dell’ex carcere fino al 7 dicembre.

La personale, che contiene anche degli inediti, presenta una quarantina di tele che raccolgono l’intero percorso artistico di quello che Elena Bertelli, vicepresidente del centro studi Dante Bighi, curatore dell’evento, definisce “una figura simbolo della pittura contemporanea ferrarese”. E in effetti Fabbriano, alias Ivano Fabbri, nato a Ferrara nel 1936, ha cavalcato per sessant’anni l’arte espressionista a livello internazionale. Già alla fine degli anni ’60, dopo alcuni viaggi studio in Spagna, Francia e Germania, il suo pennello venne apprezzato da Oscar Kokoschka, che notò i suoi quadri in una galleria di Monaco di Baviera. Kokoschka fece il nome di quell’italiano sconosciuto a una delle più prestigiose gallerie d’arte della città, che aveva in animo una collettiva sui talenti europei emergenti. Fu così che Fabbriano espose alcune opere nel 1970 alla Galerie Eichinger in Maximilianstrasse. Da lì è stato un susseguirsi di riconoscimenti, soprattutto all’estero (fa eccezione l’apprezzamento per alcuni schizzi tributatogli qualche anno prima da Emilio Vedova a Venezia).

Nel 1977 è inserito nell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia. Altre personali lo vedono protagonista a Palazzo Barberini a Roma (1984), Palazzi Pacucci a Grosseto e Guasco ad Alessandria (1985), oltre a Palazzo Lanfranchi a Pisa. Riceve nel 1991 la medaglia d’oro per l’arte da Città del Messico, tre anni dopo il I Premio Viviani a Pisa e, nella stessa città nel 2003, il I Premio Nazionale.

Nel 1984 gli viene assegnato il prestigioso Premio Joan Mirò di Barcellona e nello stesso anno espone al Centro Internazionale d’Arte Contemporanea di Parigi. In tutti questi anni sue mostre si succedono in vari centri espositivi: da Varsavia, a Bucarest, a Ploudiv (Bulgaria), a Ginevra, a Monaco, Francoforte, a Swansea (Inghilterra), da Sarajevo, Belgrado, Skopjie, Montecarlo a Chicago, New York e Granada. Oltre a Mosca, Krasnodar, a Tokio, a Barcellona, Parigi, Los Angeles.

In mezzo si registrano le ‘affiliazioni’ a movimenti come “Actionem Aktionismus” degli anni Sessanta, con artisti quali Günter Brus, Arnulf Rainer, Ludwig Attersee, al “Gruppo Sintesis Informale” al quale Fabbriano aderisce nel 1968 con Carlos Mensa, Rafael Canogar, Luis Feito, fino al ritorno in Italia con la mostra, nel 1974, al Centro Attività Visive del Palazzo dei Diamanti di Ferrara, in cui esporrà nuovamente negli anni successivi.

L’attuale mostra, che vede tra gli ideatori Marco Zavagli, giornalista e intimo amico dell’artista, è resa possibile grazie alla collaborazione del settore Cultura del Comune di Copparo e del Teatro De Micheli. All’interno della Galleria Alda Costa “sono evidenti – si legge nella presentazione della Bertelli – alcuni elementi distintivi della pittura di Fabbriano: la convivenza tra immagini classiche e un segno informale che le sveste dei loro panni iconografici. Ci sono poi diversi omaggi all’espressionismo che si manifestano in figure che si stagliano nel nero di un’ombra e mantengono la propria dignitosa posa introspettiva, alienata dal mondo. Ci sono suggestioni di vita austriaca, nei frammenti raccolti tra le strade di Vienna e nascosti tra le ante scardinate di un portone e i titoli in lingua tedesca”. Il tutto sembra comporre “uno spettacolo di magia o sconvolgimento, come devono essersi sentiti gli uomini vomitati dalla furia del mare sull’isola abitata da Prospero e Miranda ne La Tempesta di William Shakespeare, che ha ispirato il titolo di questa mostra”.

La mostra sarà visitabile il mercoledì e il sabato dalle 15.30 alle 18.30 o su appuntamento, chiamando i numeri 0532 861339/ 0532 864633

Per informazioni: mail info@dantebighi.org, tel +39 0532 861339

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