Attualità
2 Novembre 2014

Il costume da Sentenza Cucchi

di Redazione | 5 min

Ieri era Halloween. Nel pomeriggio mi chiama un amico, “Pedrini, c’è una festa a ingresso gratuito, si beve tanto e c’è pieno di prugna”. Touché: questo amico mi conosce evidentemente molto bene dal momento che ha centrato tre punti costantemente al mio ordine del giorno (zero pecunia, alcool, gnagna). “Boh, sì dài, si può fare”, rispondo, “Ma devo travestirmi?”, “Sì, per entrare gratis devi presentarti all’ingresso vestito dalla cosa più orrenda e spaventosa che esista” e riaggancia.

Ci metto davvero poco a immaginare la cosa più orrenda e spaventosa che esista e inizio a girovagare per Ferrara alla ricerca di un posto che venda il travestimento che ho in mente. Cinesi, Toys, negozi specializzati in noleggio costumi: nulla. Eccheccazzo. “E ora che si fa?”. Richiamo l’amico, “Senti, non riesco mica a venire alla festa di Halloween, non ho trovato il vestito che cercavo. Ho messo a soqquadro Ferrara, ma ti giuro che il costume da Sentenza Cucchi non ce l’ha nessuno”, “Capisco bene”, replica lui, “Io mi sono travestito da Residente di Via Ippodromo, ma me lo sono dovuto assemblare da solo. Idem mio fratello col costume da Sindacato Autonomo di Polizia, o mia sorella con quello da Deposizione di Monica Segatto”.

Ragazzi, è un bel problema. Mi rivolgo ai produttori di costumi per Halloween: aggiornate il catalogo prima possibile. Un po’ come è avvenuto per quelli di Carnevale: quand’ero piccolo io c’erano i costumi da Zorro, da D’Artagnan o da Arlecchino, ma i bambini di oggi vogliono Capitan America, Jack Sparrow e Violetta. E infatti li avete accontentati. E allora perché la produzione in occasione di Halloween ristagna ancora su cose spaventose del passato come Dracula, Freddy Krueger o il tizio di “Venerdì 13”? Fidatevi di un cretino: se al prossimo Halloween mettete sul mercato i costumi che vi ho suggerito, farete un botto clamoroso.

Mi permetto di avanzare altre proposte (oltre a quelle su indicate), in linea con le attuali tendenze: costume da Sasso che devia un proiettile, costume da Malore Attivo (per la linea vintage), costume da Dichiarazione di Carlo Giovanardi, costume da Sentinella in Piedi, costume da Job’s Act, costume da Silenzio di Matteo Renzi sulle Manganellate agli Operai della Tyssen, costume da Contratto a Chiamata, costume da Spettatore di Quinta Colonna su Rete 4, costume da Post su Facebook di Matteo Salvini e, solo per il mercato ferrarese, costume da Distesa Esterna dell’Enoteca Da Massimo, costume da Avventore dell’Arci Zuni, costume da Cartellone Anti-Elemosina (anzi ‘elImosina’) Fuori dal Conad di Via Garibaldi, e, il più spaventoso di tutti, ovviamente da vietare ai minori, costume da Commentatore Medio di Estense.com.

Fatta questa doverosa introduzione, mi auguro costruttiva per le sorti finanziarie dell’industria del travestimento, vi confesso che la sentenza d’appello del caso Cucchi non mi ha minimamente stupito. Il verdetto di primo grado del 2013 (che aveva assolto i tre infermieri dell’ospedale Pertini e i tre agenti di polizia penitenziaria, condannando solo i medici per omicidio colposo), già puzzava di strino, per non dire di merda, ché sennò vi scandalizzate, perché è di questo che vi scandalizzate, di un blogger che scrive “la parolaccia con la M”, altro che sentenze da stato di polizia. Siete stupendi mentre lucidate con lo Smac Brillacciaio la vostra corazza di ipocrisia e perbenismo e arrotate la lama della vostra spada con la cote del qualunquismo, davvero. Siete stupendi mentre mi accorciate la barba e mi dite “va là che se stava a casa non gli accadeva niente”. Siete stupendi mentre guidate il taxi e mi dite “se l’è cercata”. Siete stupendi mentre mi macchiate il caffè e mi dite “era un drogato, hanno fatto bene”. Siete stupendi, degli stupendi parassiti. Siete gli acari della società. Piccoli, insignificanti e inoffensivi se presi singolarmente. Però siete milioni. Ma non tutti sanno che l’allergene che fa starnutire non è nell’acaro, ma nelle feci del medesimo. E voi siete acari con la dissenteria cronica che anziché di Imodium s’ingozzano di Euchessina. E continuano a cagare, senza soluzione di continuità, in tutti i modi, in tutti i luoghi e in tutti i laghi. E a starnutire siamo rimasti davvero in pochi. Perché il grosso degli allergici ha smesso di avere reazioni alle vostre feci. In un certo senso anch’io. Ho smesso da un po’ di tentare un dialogo. Pago ed esco. Glisso e scappo. Fingo una telefonata e mi dileguo. Poi però a casa emetto scariche di starnuti, mi compaiono eruzioni cutanee, divento gonfio e cianotico. E non ho nemmeno mogli o figli da trattare male per sfogarmi.

Chissà come sarete entusiasti per il nuovo argomento da sviluppare con il solito devastante pressapochismo. Vi vedo mentre dite ai vostri figli o nipoti “Mangia tutta la pappa che sennò ti spuntano lividi e lesioni in tutto il corpo e poi muori”. Vi vedo mentre crescete proseguendo il vostro stupro all’intelletto. Perché certe cose è doveroso passarle di padre in figlio. Le tradizioni e l’identità, prima di tutto.

Vi vedo mentre pendete dalle labbra di Tonelli del Sap o da quelle di Carlo Giovanardi. Vi vedo mentre annuite col petto gonfio e il cranio vuoto.

Pinelli ebbe un malore attivo. Lo Russo prese a testate un proiettile vagante. Carlo Giuliani era un Black Bloc. Federico Aldrovandi era l’incredibile Hulk.

E ora il caso di Stefano Cucchi, la cui sentenza d’appello sarà in lizza per il prossimo Nobel per la scoperta di incredibili effetti collaterali della droga e della denutrizione: le botte mortali autoprodotte dall’organismo.

E se tanto mi dà tanto, in Cassazione emergerà che Stefano Cucchi non è mai esistito, che è stato un prodotto della nostra mente, un’allucinazione di massa, un effetto delle droghe pesanti che ovviamente assume chiunque oggi, come me, abbia il proverbiale, inevitabile, devastante down post fattanza.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com